Desirée Mariottini, pene ridotte in appello per gli uomini che hanno ucciso e violentato la 16enne
I giudici della Corte d'Assise d'Appello hanno condannato Mamadou Gara, Alinno Chima e Brian Minthe rispettivamente a 22, 26 e 18 anni di carcere nell'ambito del processo per l'omicidio di Desirée Mariottini, la 16enne violentata e uccisa in uno stabile abbandonato a Roma, nel quartiere di San Lorenzo. A decidere per l'appello bis è stata la Corte di Cassazione, che il 20 ottobre 2023 aveva deciso per il rinvio degli atti relativamente a Gara, condannato all'ergastolo per l'accusa di omicidio. Era stato disposto l'appello bis anche per Minthe e Chima riguardo la cessione di stupefacenti, per la quale è caduta l'aggravante. Per Yousef Salia, il quarto imputato, era stato già confermato l'ergastolo.
La decisione della Corte di Cassazione aveva amareggiato la famiglia di Desirée, che aveva chiesto l'ergastolo per tutti gli imputati. "È un dispositivo complesso, e andranno lette le motivazioni relativamente ai giudizi di rinvio. Quello che ha sconvolto i familiari è la non conferma dell'accusa di violenza sessuale per uno degli imputati anche se resta la condanna all'ergastolo", aveva commentato all'Adnkronos l'avvocata della zia di Desirée, Claudia Sorrenti. "La mamma è sconvolta, anche se l'accusa di omicidio per tre imputati è stata confermata. È una sentenza che farà discutere".
Desirée aveva sedici anni quando è stata violentata e uccisa. La giovane era andata con un'amica in uno stabile abbandonato in via dei Lucani, dove aveva consumato della droga. Rimasta da sola, un gruppo di uomini le ha fatto assumere altre sostanze stupefacenti, l'hanno violentata e lasciata morire. Secondo quanto emerso dalle varie perizie, se qualcuno avesse chiamato un'ambulanza si sarebbe potuta salvare.