video suggerito
video suggerito

Dentista rifiuta di curare paziente con Hiv: il Garante della Privacy lo multa

Nel 2019 abbiamo raccontato le discriminazioni subite dai pazienti con Hiv, partendo da una denuncia arrivata alla Gay Help Line dell’associazione arcobaleno Gay Center, documentando con le nostre telecamere come un dentista rifiuta di curare una persona sieropositiva. Oggi la sentenza dà ragione al ragazzo che aveva denunciato la discriminazione.
A cura di Simona Berterame
448 CONDIVISIONI
Immagine

Aveva messo alla porta un paziente solo perché sieropositivo. A due anni dalla denuncia raccolta da Fanpage.it, il dentista romano che si era rifiutato di curare un paziente con Hiv è stato sanzionato dal Garante della Privacy: dovrà pagare una multa di 20mila euro. La sentenza è stata accolta con soddisfazione da Gay Center, l'associazione arcobaleno che per prima ha denunciato l'episodio. "È molto importante che il garante abbia ribadito questi concetti attraverso un'ordinanza perché purtroppo  lo stigma verso le persone sieropositive viene portato avanti ogni giorni – spiega Pietro Turano portavoce del Gay Center –a discapito anche del loro benessere e del loro diritto alle cure. Ancora oggi non tutti i medici sono formati e informati su questi temi e riteniamo che questo sia assolutamente necessario per accogliere tutti i pazienti rispettando diritti e privacy". 

Video thumbnail

La storia del ragazzo discriminato dal dentista

Nel 2019 un ragazzo si è rivolto alla Gay Help Line, il numero verde nazionale contro l’omotransfobia del Gay Center, raccontando di essere stato messo alla porta in uno studio medico privato di Roma dopo aver dichiarato la sua sieropositività.  Siamo andati a verificare con una telecamera nascosta e abbiamo documentato frasi di questo tipo: "Hiv? Devo mandarla all'ospedale. Non posso fare niente senza analisi attuali della sua condizione" e anche "Io sono un privato quindi posso fare come voglio in questo senso". Nello specifico l'odontoiatra era solito far compilare un questionario ai suoi pazienti in sala d'attesa, dove era richiesto anche di dichiarare la propria eventuale sieropositività. Anche il  nostro complice ha dovuto compilare il foglio ricevuto dalla segretaria, ed ha scritto di avere l'Hiv. Dopo una manciata di secondi il medico entra nella stanza comunicando di non poter effettuare la prestazione per colpa della sieropositività. Tutta la conversazione si svolge in sala d'attesa senza concedere neanche la privacy di entrare nel suo studio. Gay Help Line ha promesso subito battaglia, presentando attraverso il proprio legale Alessandro Cataldi un esposto all'ordine dei medici e degli odontoiatri e un reclamo al garante della privacy. Il 10 giugno 2021 è arrivata la prima sentenza che evidenzia due aspetti: l'utilizzo del questionario sarebbe una violazione della privacy,  una struttura sanitaria di qualunque tipo, sia pubblica che privata, deve sempre applicare tutte le precauzioni per la prevenzione dalle malattie infettive. La violazione evidenziata dal Garante è quella dell'art. 5 del Codice, ovvero il trattamento dei dati personali.

La sentenza contro il dentista

Nella sua sentenza il Garante cita anche la legge 5 giugno 1990, n. 135 (Programma di interventi urgenti per la prevenzione e la lotta contro l’AIDS). L'articolo 5 della legge tutela la privacy delle persone con HIV/AIDS prescrivendo riservatezza assoluta agli operatori sanitari che vengano a conoscenza dello stato sierologico di un/una paziente, vieta rilevazioni che possano comportare l’identificazione delle persone con HIV/AIDS, così come l’effettuazione di analisi volte ad accertare lo stato sierologico senza il consenso della persona interessata. "In considerazione dell’impossibilità di identificare con certezza tutti i pazienti con infezione da HIV il legislatore ha ritenuto che le precauzioni finalizzate alla protezione dal contagio siano da adottare nei confronti della generalità delle persone assistite",  si legge nel provvedimento. In altre parole, le precauzioni devono essere adottate ad ogni singolo paziente, evitando di esporre le persone ad eventuali rischi o di discriminare qualcuno.

448 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views