Degrado al cimitero di Prima Porta: “Ho seppellito mio fratello tra topi e immondizia”
Immaginate di recarvi al cimitero per vostro fratello, deceduto da pochi giorni. Una volta terminate le pratiche burocratiche, lo lasciate in un deposito e decidete di portare un fiore a vostro padre, morto alcuni mesi fa. Arrivati alla cappella di famiglia arriva l'amara sorpresa: il loculo è stato letteralmente saccheggiato, mancano diversi oggetti all'appello. Questo è accaduto pochi giorni fa ad Alessio Fagrelli al cimitero di Prima Porta di Roma. Il giovane ha poi documentato con alcuni video le condizioni nelle quali versa l'area limitrofa alla tomba dei suoi cari. "Il cimitero è in condizioni pietose – ci racconta Alessio mentre ci mostra i filmati – non c'è sorveglianza, le luci non funzionano, il manto stradale inesistente in alcune zone, allagamenti continui".
Una situazione denunciata da tempo dal Comitato Tutela Cimiteri Flaminio Prima Porta Verano Laurentino e in particolare dalla portavoce Valeria Campagna: "Ci ritroviamo in una situazione per cui chi deve seppellire disgraziatamente un proprio caro in questi giorni oltre al dolore sembra debba essere pure punito perché deve fare la fila con i propri carri funebri, se si tratta di una sepoltura a terra deve attendere anche che la ruspa abbia predisposto lo scavo, io questa cosa qua non penso che sia degna di un paese civile".
Il collasso dei cimiteri romani
Ma il degrado non è l'unico problema che affligge i cimiteri della Capitale. Abbiamo documentato nei mesi scorsi come le salme rimanevano per diversi giorni nei depositi in attesa di essere cremate. A fine dicembre Ama ha fatto sapere con una nota ufficiale, indirizzata agli operatori funebri, che al cimitero Flaminio verranno accettate al massimo 200 salme per la cremazione ogni settimana. Se questo limite verrà superato, “per ogni richiesta eccedente, si dovrà optare per una cremazione in impianti fuori dal territorio di Roma Capitale oppure per una diversa forma di seppellimento”. In altre parole, superata la soglia delle 200 salme, le altre potranno essere inumate d'ufficio o potranno essere cremate fuori Roma, due operazioni che comportano un costo aggiuntivo a spese della famiglia del defunto.