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Daniele Di Giacomo ucciso a Tor Bella Monaca, l’ex della compagna è ancora un sospettato

Non ci sono le prove e questo gli investigatori non hanno potuto fare altro che rilasciare l’ex compagno della ragazza che frequentava Daniele Di Giacomo, vittima anche lei dell’agguato e tuttora ricoverata in ospedale.
A cura di Enrico Tata
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Non ci sono prove schiaccianti, per ora. Per questo gli investigatori non hanno potuto fare altro che rilasciare, dopo l'interrogatorio sostenuto in commissariato, il compagno della ragazza che Daniele Di Giacomo frequentava da qualche settimana.

Tuttavia continua ad essere un sospettato, anzi il sospettato numero uno, per l'omicidio del 38enne a Tor Bella Monaca e per il ferimento della ragazza che era in macchina con lui. Anzi, chi indaga comincia a non avere dubbi sul movente dell'omicidio: Di Giacomo è stato ucciso per gelosia.

Mancano le prove, rilasciato il compagno della ragazza

Come detto, però, mancano le prove: nessuna telecamera di sicurezza ha ripreso la scena, le celle telefoniche non hanno agganciato il telefono del sospettato e non c'è alcun testimone oculare.

Ci sono però tre fatti, che stanno guidando le indagini coordinate dai pm della procura di Roma: il 30enne è il fidanzato della ragazza, ma lei da qualche settimana aveva cominciato ad uscire con Di Giacomo e, del resto, anche lei è stata ferita con un colpo di pistola che l'ha raggiunta al ginocchio. Secondo indizio, sicuramente Di Giacomo conosceva il 30enne e anzi con lui probabilmente aveva qualche debito ancora da saldare. Terzo indizio, i familiari della vittima si sono mostrati fin da subito molto informati su quanto stava accadendo e sui possibili responsabili dell'agguato: "Io lo so chi è stato, volete il nome?", ha gridato più volte agli investigatori e alle telecamere la sorella della vittima.

Trovata una pistola a casa del fratello del sospettato

Come detto, però, al momento mancano le prove. Ed è possibile, se non probabile, che la pistola trovata dalla polizia a casa del fratello del sospettato non sia affatto l'arma utilizzata per compiere il delitto. Su questo, però, si aspettano gli esami scientifici e la perizia balistica. Intanto il 30enne ha reso noto il suo alibi: quando Di Giacomo è stato ucciso, lui si trovava a Fiuggi, dove era andato a fare visita alla sorella.

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