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“Daniele De Santis figlio di Roma”: lo striscione firmato Curva Sud inneggia all’omicida di Ciro Esposito

In diverse zone di Roma nelle ultime settimane sono apparsi striscioni inneggianti a Daniele De Santis, l’ultras romanista che nel 2014 sparo e uccise Ciro Esposito.
A cura di Natascia Grbic
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Lo striscione che inneggia a Daniele De Santis
Lo striscione che inneggia a Daniele De Santis

"Daniele De Santis figlio di Roma". Questo lo striscione apparso nelle scorse all'Appio Tuscolano e firmato Curva Sud. Ma non è un caso isolato: già nelle settimane passate diversi striscioni sono stati appesi in diverse zone della capitale – anche al Colosseo – recanti la stessa identica scritta. Uno di questi è stato appeso vicino lo studio dell'avvocata Antonella Leardi, legale parte del pool di difesa della madre di Ciro Esposito. Insieme ai colleghi Angelo e Sergio Pisani, hanno per questo presentato una denuncia alla procura di Roma.

Daniele De Santis è l'ultras romanista che il 3 maggio 2014 sparò e uccise Ciro Esposito, tifoso del Napoli in trasferta nella capitale per la finale di Coppa Italia Napoli-Fiorentina. Esposito si trovava su un pullman insieme ad altri tifosi della squadra partenopea quando, in viale Tor di Quinto, diversi ultras giallorossi assaltarono il mezzo con lanci di bombe carta, sassi e fumogeni.

Quando i tifosi del Napoli scesero dal pullman per vedere cosa stesse accadendo, questi si dileguarono per le vie limitrofe. Tutti tranne De Santis che, vedendo arrivare diverse persone verso di lui, tirò fuori una pistola e sparò quattro colpi. Uno di questi ferì a morte Ciro Esposito. Ricoverato immediatamente al Policlinico Gemelli, il 29enne è morto dopo 53 giorni di agonia per un'infezione polmonare. L'aggressione avvenne davanti il circolo sportivo Trifoglio, punto di ritrovo dei tifosi di estrema destra, dove De Santis viveva e lavorava come custode. De Santis è stato condannato a sedici anni di carcere in appello per l'omicidio del ragazzo. Ha sempre sostenuto di aver agito per legittima difesa, ma i giudici non hanno mai riconosciuto questa tesi.

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