Dall’Infernetto a Santa Teresa di Gallura, sequestro da 5 milioni di euro ad un imprenditore

Gli agenti della Polizia di Stato hanno sequestrato beni per 5 milioni di euro ad un imprenditore tra l’Infernetto a Roma e Santa Teresa di Gallura.
A cura di Alessia Rabbai
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Dall'Infernetto a Santa Teresa di Gallura gli agenti della Polizia di Stato hanno sequestrato il patrimonio di un imprenditore romano, B.D.M, per un valore complessivo di oltre 5 milioni di euro. Il provvedimento è scattato la mattina presto di oggi, martedì 7 novembre, quando i poliziotti della Divisione Anticrimine della Questura di Roma hanno dato esecuzione ad un sequestro di confisca. A disporlo il Tribunale Sezione Misure di Prevenzione su proposta del questore. Gli agenti dunque sono intervenuti tra la Capitale e la provincia di Sassari, tra Lazio e Sardegna.

I beni sequestrati dalla villa con piscina ai veicoli di lusso

A finire nella lente d'ingrandimento degli investigatori è un imprenditore detenuto, che era impegnato nel settore delle costruzioni in contatto con la cosca ‘Alvaro' di Sinopoli. Attraverso famigliari prestanome operava anche negli ambiti della ristorazione, immobilare e dell'edilizia nel territorio lidense e nella rivendita dei veicoli di lusso.

I poliziotti hanno sequestrato all'imprenditore nel dettaglio: nove immobili tra i quali uno a Santa Teresa di Gallura e gli altri all'Infernetto, tra i quali anche una villa con piscina; quattro società di capitali e complessi aziendali ad Ostia impegnati nella ristorazione; un maneggio sempre all'Infernetto con sette cavalli; cinque veicoli tra i quali quattro di alta gamma; rapporti finanziari.

Avrebbe aiutato un latitante e importato droga

Il provvedimento è scattato al termine delle indagini patrimoniali che sono durate per circa trent'anni e dalle quali è emersa nei confronti dell'imprenditore una sproporzione traredditi dichiarati o l'attività economica svolta e beni posseduti. Ciò ha portato gli inquirenti a pensare che questi ultimi siano stati guadagnati o reinvestiti in attività illecite. Nel 2015 l'imprenditore in questione risulterebbe coinvolto nelle due operazioni denominate ‘Santa Fe' e ‘Fireman'. La prima, coordinata dalla Procura della Repubblica – Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria è una delle inchieste più importanti  sul contrasto al narcotraffico, alla quale hanno partecipato anche la Guardia Civil Spagnola e della Dea Americana.

Operazione che ha colpito persone appartenenti alle ‘ndrine Alvaro, Brandimarte, Pesce e Bellocco. La seconda, coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma, ha coinvolto un'organizzazione criminale impegnata nel traffico internazionale di sostanze stupefacenti, che aveva base a Roma e ramificazioni all'estero. L'imprenditore avrebbe aiutato un latitante della cosca Alvaro, ospitandolo in casa e mantenendo contatti diretti con un broker romano, per importare grandi quantità di droga dal Sud America. I soldi provenienti dalla vendita della droga venivano riciclati e reinvestiti nell'acquisto di barche, cavalli da corsa costosi e auto di lusso.

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