Dall’ergastolo a 24 anni per i Bianchi, la mamma di Willy Monteiro: “Me l’aspettavo, non provo rabbia”
Lucia Monteiro Duarte, la mamma di Willy Monteiro, ha abbandonato il tribunale esprimendo il suo parere sull'esito del processo d'appello sull'omicidio di suo figlio: i fratelli Bianchi sono stati condannati a 24 anni di reclusione, poiché gli sono state riconosciute, come agli altri due imputati, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia, le attenuanti generiche. In primo grado erano stati condannati all'ergastolo. Sono stati condannati rispettivamente a 21 e a 23 anni, sia in primo grado che in appello, Pincarelli e Belleggia.
"Rispetto la decisione presa. Più o meno me l'aspettavo. Nessuna sentenza mi darà più mio figlio. Sento di avere avuto giustizia? Accetto la giustizia che è stata fatta. Non provo rabbia, non so se è una sentenza giusta o non giusta", ha dichiarato la signora Lucia.
E ancora, ha continuato la mamma di Willy: "Mi è stato chiesto di perdonare. Ma quello non è il vero perdono, prima bisogna dire ‘ho sbagliato, sono pentito di quello che ho fatto'. Poi si chiede perdono. Il perdono è un'altra cosa".
Secondo il pm Francesco Brando, l'impianto accusatorio ha retto perché rispetto al primo grado "è rimasto tutto uguale, ad eccezione delle attenuanti generiche", riconosciute dai giudici d'appello ai fratelli Bianchi.
Per i legali dei Bianchi, quella dei giudici è una decisione sbagliata. Gli avvocati di Marco e Gabriele, infatti, avevano chiesto nella loro requisitoria non solo la concessione delle attenuanti, ma la riconfigurazione delle accuse da omicidio volontario e omicidio preterintenzionale (significa che i Bianchi volevano fare male a Willy, ma non ucciderlo).
“Non ci convince la qualificazione giuridica data ai fatti che, secondo noi, andava inquadrata nell’omicidio preterintenzionale, c’erano tutti gli elementi per ritenerlo configurabile. Ora dobbiamo attendere il deposito delle motivazioni per capire come spiegano questa decisione. Andremo in Cassazione anche perché il fatto è lo stesso e identico per tutti e invece ancora rimane una diversità di trattamento sanzionatorio per tutti gli imputati", ha dichiarato l'avvocato Ippolita Naso, che difende Gabriele Bianchi.
Dello stesso avviso il legale di Marco, Valerio Spigarelli: "Crediamo che sia una decisione sbagliata, riconoscendo l'omicidio volontario e non derubricando. Pensiamo ci siano anche molte altre questioni che la Cassazione saprà valutare. Per adesso quello che è successo è una degradazione della pena, ma non è quello che chiedevamo. Chiedevamo il corretto inquadramento dei fati. Scontato il ricorso in Cassazione".