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Da Roma per rifornire di coca i clienti di Cortina d’Ampezzo: gli affari dei rampolli dei Parioli

I carabinieri hanno chiuso le indagini nei confronti di Leopoldo e Alvise Cobianchi, i due fratelli romani accusati di aver organizzato un giro di spaccio a Cortina d’Ampezzo.
A cura di Natascia Grbic
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I carabinieri hanno chiuso le indagini nei confronti di Leopoldo e Alvise Cobianchi, i due fratelli di 37 e 35 anni accusati di aver organizzato un giro di spaccio che da Roma si occupava di rifornire di cocaina i blasonati frequentatori di Cortina d'Ampezzo. Romani, conosciuti nell'ambiente ultras della Lazio, e non nuovi a incontri con le forze dell'ordine, sono accusati di resistenza e violenza a pubblico ufficiale, minacce gravi, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Arrestati a ottobre dello scorso anno, erano stati messi agli arresti domiciliari.

A riportare la notizia è la Repubblica. Che i due finiscano a processo è praticamente certo dati gli elementi in mano alla procura. Quando i carabinieri li hanno perquisiti, li hanno trovati in possesso di quasi 300 grammi di cocaina, oltre a ingenti quantità di hashish e marijuana. Secondo quanto emerso dalle indagini, Leopoldo e Alvise Cobianchi avevano messo su un giro di spaccio per rifornire la clientela – soprattutto romana – di Cortina d'Ampezzo. Un giro d'affari che gli avrebbe fruttato migliaia di euro, usati per sostenere uno stile di vita lussuoso e sopra le righe.

Quando i carabinieri sono arrivati nella loro casa di Cortina d'Ampezzo, i due fratelli avrebbero cominciato a minacciarli, per niente intimoriti dalla situazione. "Io sono il boss. Non hai capito con chi hai a che fare. Noi siamo della malavita romana", una delle frasi riportate dal quotidiano che il fratello maggiore avrebbe rivolto ai militari. Non solo: li avrebbe anche minacciati di ‘risolvere' la situazione ‘con le pistole', motivo per cui tra le accuse a loro carico figurano anche resistenza e violenza a pubblico ufficiale, oltre che minacce gravi.

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