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Da Hermes a Birkenstock, maxi sequestro di scarpe contraffatte: otto persone denunciate

Migliaia di scarpe false da a Hermes a Balenciaga, da Alexandre McQueen a Birkenstock sono state sequestrate dalla Guardia di Finanza nel quartiere Esquilino e in 5 magazzini tra la periferia di Roma e a Guidonia Montecelio. Otto le persone denunciate per importazione e commercio di prodotti contraffatti e di ricettazione.
A cura di Paola Palazzo
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Scarpe sequestrate, immagine di repertorio della Guardia di Finanza
Scarpe sequestrate, immagine di repertorio della Guardia di Finanza

Maxi sequestro di scarpe contraffatte a Roma. Otto persone sono state denunciate all'Autorità giudiziaria perché ritenute responsabili dei reati di importazione e commercio di prodotti contraffatti e di ricettazione. Circa 130 mila calzature, con i loghi di noti brand di lusso, da Hermes a Balenciaga, da Alexandre McQueen a Birkenstock, stavano per essere inserite sul mercato, e avrebbero fruttato un guadagno totale di circa due milioni di euro. Le indagini sono partite da uno show room cinese nel quartiere Esquilino della Capitale e si sono estese fino alla periferia orientale di Roma e a Guidonia Montecelio, dove i militari del Comando provinciale della Guardia di Finanza hanno scovato altri cinque magazzini pieni di merce falsa.

Maxi sequestro di scarpe contraffatte in 5 magazzini tra Roma e Guidonia Montecelio

La scoperta dei militari delle Fiamme Gialle è avvenuta casualmente: mentre stavano svolgendo attività di controllo sul territorio nel quartiere Esquilino nelle attività di routine, si sono ritrovati di fronte ad una gran folla di gente, che entrava e usciva da alcuni negozi gestiti da cittadini cinesi. Insospettiti, i baschi verdi del Gruppo Pronto Impiego hanno deciso di entrare nei locali commerciali e verificare l'autenticità della merce esposta. Dagli accertamenti svolti, i finanzieri hanno scoperto la presenza di prodotti contraffatti, in particolare diverse paia di scarpe con i loghi di note marche di alta moda. Inoltre, nel corso dei controlli è emersa la presenza di altri cinque magazzini dislocati nella periferia orientale di Roma e a Guidonia Montecelio, di proprietà degli stessi titolari cinesi. Un totale di 130 mila pezzi falsi che, una volta venduti, avrebbero fatturato circa due milioni di euro.

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