Cyberbullismo aumenta con il Covid: Roma città con più casi, vittima un adolescente su due
Oltre la metà degli adolescenti è vittima di cyberbullismo. Nella maggior parte dei casi sono giovani di età compresa tra gli 11 e i 17 anni, ma accade anche tra i giovanissimi, di età inferiore ai dieci. Un fenomeno che risulta aumentato con il Covid, come mostrano i dati raccolti dall'Osservatorio regionale, con il contributo della Regione Lazio. Secondo i quanto emerso dallo studio Roma è la città con più casi, con una percentuale del 45,7 per cento, un ragazzo su due vittima di bullismo o cyberbullismo da parte dei contanei. Per la ricorrenza della Giornata nazionale sono molte le occasioni di confronto e formazione online orgganizzate da scuola associazioni ed enti sportivi e forze dell'ordine, in particolare, dalla polizia postale, rivolte agli studenti delle scuole medie e superiori, per sensibilizzare sul tema, con un'attenzione particolare rivolta nei confronti della rete e dei social network sites, dove i giovani intessono relazioni con coetanei già conosciuti o nuovi.
La psichiatra: "Attenzione sia alle vittime che ai bulli"
"Il bullo è un bambino o un ragazzo che ha un ‘capovolgimento difensivo' – spiega a Il Corriere della Sera la pischiatra e psicoanalista della Società psicoanalitica italiana (Spi) e della International psychoanalytical association (Ipa), Adelia Lucattini – I bulli scelgono le loro vittime per identificazione, in base a caratteristiche che corrispondono ad aree inconsce di sé stessi percepite come fragili, deboli, che li mettono a rischio e dalle quali si sentono perseguitati. Per questo – continua – prendono di mira gli altri con l’intento di sottometterli come vorrebbero sottomettere le proprie paure". Di fronte a questi episodi, spiega "bisogna interessarsi alle vittime, affinché non sviluppino insicurezza, paura, depressione e angoscia, ma al tempo stesso è importante occuparsi dei bulli, per capire qual è il disagio psicologico che li spinge a tali comportamenti".