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Cutaia non sarà il direttore del Teatro di Roma, lo conferma lui stesso: “Resto a Firenze”

Il suo nome era circolato nei giorni scorsi, ma il diretto interessato ha smentito ufficialmente: continuerà a ricoprire il ruolo di commissario straordinario per la per la Fondazione del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino.
A cura di Enrico Tata
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Il suo nome era circolato nei giorni scorsi, ma il diretto interessato ha smentito ufficialmente: Onofrio Cutaia non sarà il direttore generale della Fondazione Teatro di Roma. Lo ha fatto sapere lui stesso, confermando di aver rifiutato il ruolo. Continuerà a ricoprire il ruolo di commissario straordinario per la per la Fondazione del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino.

Arrivato a Firenze il 15 marzo 2023, il suo incarico scadrà il 15 marzo 2024. Entro quella data il suo lavoro è quello di salvare i conti del teatro fiorentino, poi il consiglio di indirizzo della Fondazione esprimerà una rosa di nomi con indicazione del prescelto da comunicare al ministero della Cultura, che ratificherà la nomina. Non è escluso che Cutaia possa restare a Firenze anche dopo il termine del suo mandato come commissario straordinario.

Secondo i rumors, a ricoprire la carica di dg di Teatro di Roma potrebbe essere invece Paola Macchi, direttrice del Festival dei Due Mondi di Spoleto, che ha lavorato già per la Fondazione Teatro di Roma.

Dopo le polemiche dei giorni scorsi e la nomina-blitz di Luca De Fusco come nuovo direttore della Fondazione, l'ipotesi che ha riportato la discussione sul binario della collaborazione tra Roma Capitale, ministero e Regione Lazio è quella della doppia figura dirigenziale. A De Fusco dovrebbe quindi affiancarsi un'altra figura, un manager che ricoprirebbe il ruolo di direttore generale.

"Confidiamo che l'intesa raggiunta tra le istituzioni si concretizzi a beneficio delle attività del Teatro di Roma, delle sue maestranze e dei suoi lavoratori: non avrebbe fatto bene a nessuno lo scontro politico e poi anche giudiziario", ha commentato in una nota Erica Battaglia, consigliera comunale Dem e presidente della commissione cultura e lavoro di Roma Capitale. "Con l'intesa raggiunta si mette a riparo la Fondazione, gli oltre 6 milioni di fondi comunali, e si supera di fatto l'indigesta e violenta nomina a maggioranza e senza i soci di Roma Capitale dell'attuale dg: un gesto cannibale che non riconosceva il Campidoglio quale socio fondatore più munifico. Oggi ministero e Regione riconoscono Roma e il metodo scelto dal Sindaco: il dg sia un manager. Non questo o quel candidato, non una poltrona, ma un professionista che sappia valorizzare la gestione di una Fondazione così importante, imponente e delicata".

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