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Costringe moglie e figli a non uscire e avere amici con la scusa della religione: “Vi ammazzo ingrati”

Un uomo di cinquant’anni è finito a processo con l’accusa di maltrattamenti in famiglia. La moglie lo ha denunciato dopo più di vent’anni di violenze.
A cura di Natascia Grbic
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Un uomo di cinquant'anni è finito a processo con l'accusa di maltrattamenti in famiglia nei confronti dell'allora moglie e dei figli, costretti a vivere in un continuo stato di terrore per i suoi comportamenti violenti. I fatti, riportati da Il Messaggero, sarebbero durati ventuno anni, dal 1997 al 2018. La donna che lo ha denunciato, esasperata dalla situazione, alla fine ha deciso di chiedere la separazione e denunciarlo: nemmeno dopo che lei se n'è andata di casa lui ha smesso di perseguitare lei e i figli.

L'uomo pretendeva di comandare in casa e gestire le vite della moglie e dei figli a proprio piacimento: non potevano uscire, frequentare amici, decidere che sport o scuola fare. Se non si comportavano come voleva lui li picchiava e minacciava di morte. Secondo l'accusa, la figlia una volta, dopo aver cadere un po' di riso a terra, si era fatta la pipì addosso per paura. Addirittura non potevano frequentare i parenti dalla parte della madre, nemmeno la nonna, perché lui non lo tollerava.

Nel capo d'imputazione, riportato sempre da Il Messaggero, il 50enne costringeva i familiari "al solo fine di controllarli e non perché ispirato da sincero sentimento religioso, a rispettare in maniera ferrea lo Shabbat, impedendo loro in occasione del sabato e di altre festività ebraiche di usare il telefono, di uscire di casa, di guardare la televisione, in contraddizione con il fatto che lui stesso si recava al lavoro, e di seguire un regime alimentare rigido".

Se qualcuno si opponeva alle sue costrizioni, l'uomo lo picchiava, devastando anche l'appartamento. Nel 2018 ha minacciato di morte la moglie e il figlio minore, che gli era stato affidato nella causa di separazione: "Vattene da tua madre che tanto l'ammazzo. Ti uccido, non farti più vedere, sei un ingrato".

La moglie non poteva usare il cellulare: il 50enne pensava che altrimenti avrebbe potuto conoscere altri uomini e tradirlo. Non poteva indossare gonne corte o maglie scollate "incolpandola di provocare l'attenzione di soggetti maschili con il suo abbigliamento e il suo modo di fare". Dopo anni, lei ha deciso di denunciarlo. Se dovessero essere confermati i maltrattamenti, l'uomo rischia una pena molto severa.

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