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Costretta a lavorare 12 ore e a subire gli abusi del padre da quando era bambina, denuncia i genitori

Protagonista una ragazza di nazionalità cinese cresciuta a Roma che per dieci anni, da quando ne aveva 9, sarebbe stata costretta a lavorare nel negozio di famiglia fino a 12 ore e a subire gli abusi sessuali del padre che la madre faceva finta di non vedere. Costretta a rinunciare a tutto e ha infine sporto denuncia grazie a un centro anti violenza.
A cura di Redazione Roma
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A diciotto anni è scappata di casa, dopo dieci di abusi e violenze. Protagonista è una giovane ragazza di nazionalità cinese che ha denunciato entrambi i genitori: la costringevano a lavorare al negozio a due passi da Ponte Milvio, e il padre l'avrebbe violentata per anni nel silenzio della madre che avrebbe saputo senza agire. Ora entrambi devono rispondere dell'accusa di maltrattamenti in famiglia e l'uomo anche dell'accusa di violenza sessuale aggravata su minore. Quando la ragazza ha deciso di mettere fine al suo incubo, appena diventata maggiorenne, si è rivolta a un centro antiviolenza e ha cominciato il percorso che l'ha portata a scappare di casa e denunciare i genitori. Denuncia formalizzata all'inizio dell'anno. Per entrambi è stato disposto il divieto di avvicinamento alla ragazza.

All'inizio i genitori non hanno capito cosa stava accadendo, evidentemente non riuscivano a credere che la figlia si fosse davvero ribellata, e così hanno sporto denuncia presso l'ambasciata cinese credendola scomparsa o che gli fosse accaduto qualcosa. Quando la segnalazione è arrivata in Procura però gli inquirenti già stavano investigando su di loro e la ragazza al sicuro.

Ora la ragazza ha 19 anni e ha raccontato 10 anni di abusi da parte della famiglia e di violenze sessuali da parte del padre. Costretta a lavorar da quando andava alle scuole elementari anche per 12 ore all'interno del negozio, senza poter stringere amicizie e avere un'infanzia e un'adolescenza normali. Costretta a rinunciare a tutto e se diceva "no" erano botte. Questo il racconto della ragazza, che gli inquirenti sono a lavoro per verificare mentre ne è stata disposta la tutela con il trasferimento in una casa sicura, un indirizzo segreto e protetto.

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