Così Grandi Stazioni getta acqua per allontanare i poveri da Termini: “Non c’è posto per loro”
Dopo la denuncia di ieri le telecamere di Fanpage hanno documentato come le macchine per la pulizia di Grandi Stazioni ogni sera gettano acqua fredda di fronte all'ingresso centrale di Stazione Termini, cosicché i senza tetto non possano mettersi a dormire e organizzare i loro giacigli a ridosso delle vetrate. Questione di "decoro", chi non ha una casa deve mettersi a dormire da qualche altra parte, magari verso la Caritas in fondo ai binari verso il quartiere di San Lorenzo.
"Questa pratica avviene sistematicamente ogni giorno da novembre", spiegano i volontari di Mama Termini, un gruppo di volontari nato attorno all'esperienza di Termini Tv e che organizza distribuzioni di cibo e bevande calde, e ogni domenica un pranzo informale come fanno le comunità migranti proprio nei dintorni del piazzale degli autobus.
"Questa non è più una stazione ma un centro commerciale"
"Vogliono che da questa entrata non si vedano i poveri. Neanche io voglio vedere i poveri, ma perché voglio che abbiano una casa almeno una vita dignitosa. Butti l'acqua e allora spariscono? Questa più che una stazione ormai è un centro commerciale, e deve essere pulito ed elegante, non ci possono mica essere i poveri". Maaty Elsandoubi è un giornalista egiziano da molti anni ormai in Italia e racconta cosa accade qua, dove da qualche settimana le attività di solidarietà e le pratiche ostili agli ultimi sono diventate un caso, dopo la denuncia di diverse associazioni che distribuiscono cibo e coperte allontanate e minacciate.
Evidentemente anche la presenza delle associazioni di sostegno ai senza tetto vengono percepite come un elemento di attrazione degli "indecorosi" senza casa. Ma il problema vero, è che su 20mila senza tetto i posti letto per accoglierli al momento sono solo 2.500. L'assessora al Sociale di Roma Capitale, Barbara Funari, ha promesso programmazione e di uscire dall'emergenza, che vuole dire prima di tutto accompagnare chi vive in strada a uscire dall'invisibilità e a vedersi garantire i diritti fondamentali.