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Così è morta Caterina Ciurleo: uccisa per sbaglio in una sparatoria tra pusher rivali a Roma

Per errore un colpo ha preso alla schiena l’81enne Caterina Ciurleo, mentre l’anziana si trovava a bordo di una Smart insieme a un’amica. L’ipotesi più plausibile è quella del proiettile vagante, sparato nel corso di un regolamento di conti tra bande rivali.
A cura di Enrico Tata
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Uccisa da un proiettile esploso nel bel mezzo di una sparatoria tra bande di pusher rivali. Per errore un colpo ha preso alla schiena l'81enne Caterina Ciurleo, mentre l'anziana si trovava a bordo di una Smart insieme a un'amica. Erano appena uscite dal un centro commerciale Unico e stavano tornando a casa quando, all'altezza di via Don Primo Mazzolari, zona Villaggio Falcone, estrema periferia Est di Roma, Ciurleo è stata colpita per sbaglio alla schiena.

Subito gli investigatori hanno seguito la pista del proiettile vagante. Non era lei il bersaglio, ma chi era a bordo di un'altra vettura, una Polo grigia. I colpi, hanno accertato i filmati delle telecamere di sicurezza, sono partiti da una Fiat Cinquecento con a bordo tre persone. L'ipotesi è quella di una sparatoria tra bande criminali rivali, forse legata alla battaglia per la gestione delle piazze di spaccio della zona Est della Capitale. Le forze dell'ordine hanno trovato a terra cinque bossoli, sparati con ogni probabilità da un'unica arma.

Un proiettile ha oltrepassato il portabagagli della Smart e ha colpito la schiena della signora Ciurleo. Quest'ultima è stata soccorsa e trasportata d'urgenza al policlinico di Roma Tor Vergata, dov'è deceduta nella mattinata di venerdì 24 maggio. Stando a quanto si apprende, il proiettile le ha perforato il polmone. Di origine calabrese, Caterina Ciurleo viveva da tanti anni a Roma nel quartiere di Torre Maura.

Le indagini si sono concentrate su un ragazzo di 28 anni con numerosi precedenti per spaccio e considerato vicino ai Casamonica, o meglio membro di un clan rivale della famiglia sinti. L'uomo è stato fermato con l'accusa di omicidio ma in seguito rilasciato (anche se ancora indagato).

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