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Cosa succede dopo lo sgombero dell’ex hotel Cinecittà: occupato nuovo stabile a Torre Maura

Da tempo si chiedeva che fosse ripristinata la legalità nell’ex Hotel Cinecittà, sgomberato tre giorni fa, ma a rimetterci oggi sono anche soggetti fragili e minori. “Questo non sarebbe dovuto accadere”, spiega a Fanpage.it Rosa Ferraro, la presidente della commissione Politiche Sociali del VII Municipio.
A cura di Beatrice Tominic
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A tre giorni dallo sgombero dell'ex Hotel Cinecittà, si iniziano a fare i conti con quanto avvenuto in un contesto che, da anni ormai, non nasconde le sue complessità. Da tempo il municipio chiedeva una messa in sicurezza della zona, per mesi ha sollecitato il prefetto a prendere provvedimenti.

Eppure, quando questi sono arrivati, si è trovato completamente impreparato ad agire. "Non ci hanno avvisato di quanto stava per accadere – ha spiegato a Fanpage.it Rosa Ferraro, la presidente della commissione delle Politiche Sociali – Così se da una parte è stata accolta come una buona notizia, per ripristinare la legalità della zona dopo i reiterati episodi di criminalità, dall'altra almeno una decina di famiglie con bambini e bambine sono rimaste senza casa. E per noi è scattata l'emergenza".

L'ex hotel Cinecittà prima dello sgombero

Ma facciamo un passo indietro e torniamo all'ex Hotel Cinecittà prima dello sgombero. Erano in molti a chiedere un intervento da parte delle forze dell'ordine, tanto che per mesi è stato lo stesso VII municipio a chiedere l'intervento della prefettura. All'interno dello stabile la situazione era esplosiva: c'è chi diceva che si rifugiassero lì i personaggi legati al racket dei borseggiatori delle metropolitane (quelli nel mirino di Cicalone, per intenderci).

Inoltre la zona è stata teatro di diversi episodi di violenza, l'ultimo nel mese di giugno quando un uomo è stato accoltellato. Così, a seguito dell'ennesimo fatto grave avvenuto nello stabile, è scattato un primo censimento prima dell'estate. Eppure gli occupanti sono rimasti all'interno dello stabile, senza conseguenze. Ben diverso, invece, quando avvenuto tre giorni fa. A seguito di un secondo censimento della Polizia Locale di Roma Capitale, è stato disposto lo sgombero.

Lo sgombero: occupanti si spostano all'ex Hotel Jonio

Quella che era stata immaginata come la soluzione più idonea, in realtà si è rivelata essere soltanto uno "spostamento" dell'emergenza. Durante la notte successiva all'occupazione, molti degli occupanti dell'ex hotel Cinecittà, in gran parte sudamericani, si sono spostati in un'altra struttura abbandonata, all'ex hotel Jonio, stavolta nel VI Municipio.

"Da un'occupazione abusiva all'altra – hanno tuonato in una nota il senatore di Fratelli d'Italia Andrea De Priamo e la consigliera capitolina di Fratelli d'Italia Mariacristina Masi – Con il rischio che si danneggi il tessuto sociale anche di questo municipio, creando ulteriori sacche d'illegalità e degrado. Inquirenti e Prefettura dovrebbero verificare che dietro a queste occupazioni non vi sia una regia precisa, vista la rapidità con cui gli occupanti hanno trovato un nuovo stabile".

Almeno 10 famiglie rimaste senza casa

Ma a pagare davvero le conseguenze di questo sgombero e ad essere rimasti senza un tetto, invece, sono stati bambini e bambine che nell'ex hotel di Cinecittà avevano trovato un loro spazio, insieme alle loro famiglie. I piccoli sarebbero almeno una decina e rappresentano un'altra faccia della medaglia, una situazione che complessa che, se da una parte ha lo scopo di fermare l'illegalità, dall'altra danneggia la vita dei più fragili se non si riescono a trovare soluzioni idonee.

"La mancata comunicazione dello sgombero da parte delle prefettura ha provocato uno stallo nel servizio sociale del municipio, che non si è potuto attivare per evitare situazioni rischiose dei soggetti più deboli – continua Ferraro – I piccoli e le loro mamme sono stati aiutati dal Municipio soltanto dopo aver trascorso una notte fuori, probabilmente per strada". Non comunicarci l'intenzione di avviare lo sgombero ha creato dei ritardi e delle falle a tutto il dipartimento delle Politiche Sociali del Campidoglio che, insieme al Municipio, ha dovuto trovare una soluzione d'emergenza.

L'emergenza nelle Politiche Sociali: "La prefettura non ci ha neanche avvisati"

"Siamo riusciti ad organizzare due pernottamenti in una parrocchia, allestita con i letti grazie all'intervento della protezione civile. Fuori dalla chiesa resta un presidio fisso della Polizia Locale e molte altre associazioni si stanno organizzando per aiutarli, come Sant'Egidio e la Caritas – ha aggiunto – Alcuni di loro hanno perso i documenti durante l'occupazione, non hanno più vestiti. E i più piccoli, iscritti nelle scuole del territorio, stanno saltando le lezioni". Per loro non è ancora stata trovata una struttura definitiva.

"Chiedevamo da tempo uno sgombero che ripristinasse la legalità, ma non sarebbe dovuto avvenire a scapito dei soggetti più fragili e dei minori". È proprio per questo che è stata richiesta maggiore coordinazione fra prefettura e dipartimento delle Politiche Sociali e che nella serata di ieri, a viale del Pretoriano, alcuni manifestanti si sono fatti strada nel cantiere in corso dopo lo sgombero. 

L'ordinanza: "Adotteremo misure straordinarie"

Nel frattempo, nel corso del pomeriggio di venerdì 27 settembre, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri ha firmato un'ordinanza per "garantire la tutela e la protezione di nuclei familiari con presenza di figli minori e persone con altre fragilità", affinché possano trovare un alloggio, almeno temporaneo. "Saranno quindi adottate misure straordinarie e urgenti per la messa in sicurezza di gestanti, mamme con figli minori, persone in stato di particolare vulnerabilità", hanno comunicato dal Campidoglio con una nota a cui ha fatto eco l'Assessora alle Politiche Sociali alla Salute Barbara Funari: "Siamo al lavoro per individuare posti disponibili nel circuito di accoglienza e per attivare, in considerazione della situazione emergenziale, servizi temporanei in nuove strutture reperite sul territorio – ha dichiarato – L'ordinanza prevede la possibilità di attivare l’immediata e temporanea accoglienza dei nuclei familiari in locali messi a disposizione dai Municipi e dal volontariato cittadino".

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