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Cosa sta succedendo a Pietralata e perché la Roma non vuole presentare il progetto dello stadio

Prima di presentare il progetto definitivo sullo stadio a Pietralata, l’As Roma vuole essere sicura di avere il via libera della Soprintendenza in merito agli scavi archeologici. Prima di inviare i documenti, la società giallorossa vuole completare tutte le indagini necessarie per evitare il rischio di dover modificare in seguito il progetto.
A cura di Enrico Tata
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Nonostante i contatti tra l'amministrazione capitolina e l'As Roma degli ultimi giorni e nonostante le rassicurazioni di sindaco e assessori, a Pietralata tutto tace. O quasi. Il prossimo passo, quello decisivo per la realizzazione del nuovo stadio, è la presentazione del progetto definitivo da parte della società giallorossa. Questo sarà inviato alla conferenza dei servizi decisoria, che potrà dare il via libera definitivo alla posa della prima pietra.

Perché la Roma non presenta il progetto definitivo dello stadio a Pietralata

Ma la Roma, per il momento, non può presentare alcun documento ufficiale. C'è un motivo, infatti, per cui il progetto si chiama "definitivo". Non solo dovrà contenere risposte puntuali alle prescrizioni dell'Assemblea Capitolina (su traffico e mobilità per esempio), ma dovrà includere, come facilmente intuibile, tutti i dettagli sulla localizzazione esatta del campo di gioco e di tutte le strutture correlate.

E questo progetto, semplicemente, la Roma non vuole presentarlo senza avere l'ok definitivo dalla Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma. L'esatta localizzazione dello stadio non può prescindere, infatti, da ciò che verrà scoperto nel sottosuolo di Pietralata, un'area in cui già sono presenti reperti archeologici di rilievo. Il terreno deve essere indagato e sondato e per questo sono cominciati i rilievi archeologici richiesti dalla Soprintendenza.

Quante settimane occorrono per terminare gli scavi e le indagini? Non molte, ammesso che non vengano scoperti resti archeologici da approfondire e studiare. C'è un problema, però: l'amministrazione non ha ancora provveduto a rientrare in possesso di alcuni terreni in via degli Aromi, tra cui un'autofficina. La scorsa settimana, infatti, i giudici hanno chiesto alla Roma di interrompere i lavori proprio sull'area di via degli Aromi e questo, in attesa che il Campidoglio definisca la situazione, creerà e sta creando ulteriori ritardi.

Il parere dell'assessore Veloccia sullo stadio della Roma

In un'intervista rilasciata a Radio Roma Sound fm90, l'assessore all'Urbanistica, Maurizio Veloccia, ha spiegato, in merito all'ordinanza del tribunale, che quelle aree sono di proprietà di Roma Capitale. "Sulla detenzione, il tribunale ha detto che effettivamente i ricorrenti le posseggono e se a Roma Capitale non viene consentito bonariamente di poter accedere, l'amministrazione deve fare dei provvedimenti per riacquisirle. Quindi noi adesso stiamo facendo dei provvedimenti di sgombero forzoso perché purtroppo il patto fatto vent'anni fa con i proprietari per una restituzione su richiesta oggi non è onorato", ha dichiarato l'assessore.

"I provvedimenti sono stati fatti nelle forme della diffida e dell'invito alla riconsegna volontaria. Ovviamente se questa riconsegna, come si è acclarato, non si fa volontariamente, Roma Capitale dovrà evidentemente farlo attraverso uno sgombero forzoso". Questo iter per tornare in possesso delle aree non si svolgerà in pochi giorni: "Ci sarà una procedura che dovrà essere notificata, ci sarà ipoteticamente una resistenza da parte dei soggetti. Sono tre aree in un quadrante di ettari, noi lo sapevamo dall'inizio che su alcune particelle ci sarebbe stato un percorso da fare, questo lo sapevano noi, lo sapeva la Roma".

La strategia dell'As Roma sul nuovo stadio

Insomma, i tempi si allungano. E, ha aggiunto Veloccia, la Roma ha precisato che "ritengono più opportuno presentare il progetto con tutti i sondaggi o comunque buona parte delle indagini effettuate, in modo tale da non avere sorprese dopo. Questa è una strategia ovviamente che spetta a loro e che noi rispettiamo, anche perché non è questione di un mese in più o in meno". Insomma, come anticipato, la società giallorossa vuole avere l'ok definitivo dagli archeologi per evitare ogni rischio di dover modificare in seguito il progetto.

Nel frattempo, la Roma sta andando avanti con la predisposizione del progetto con le risposte su parcheggi, mobilità alternativa, gli accessi allo stadio, le passerelle pedonali e tutti gli altri aspetti necessari per il via libera definitiva. Per la presentazione dei documenti definitivi, però, occorrerà attendere la fine dei sondaggi archeologici. E per questo serviranno diverse settimane, se non mesi.

In un'altra intervista rilasciata questa volta alla trasmissione ‘Te la do io Tokyo' su Tele Radio Stereo, Veloccia ha fatto sapere di aver chiesto un incontro alla Roma per "capire come questo avanzamento degli studi, dei lavori, delle indagini e dei sondaggi poi possa essere messo a sistema anche in un confronto con il Campidoglio sul prosieguo degli eventi". Un incontro che però è stato rimandato.

Secondo Veloccia c'è il tema della liberazione di alcune aree, dei sondaggi geognostici e archeologici, ma c'è poi "l'iter fondamentale, che è quello della definizione del progetto, per capire tutte le questioni legate, per esempio, alla mobilità. Io credo che Roma Capitale debba essere informata su tutte queste direttrici. Sulle prime due siamo molto aggiornati, sulla terza vorremmo qualche aggiornamento".

Il colloquio tra Gualtieri e Souloukou

Recentemente il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, e l'amministratrice delegata dell'As Roma, Lina Souloukou, si sono sentiti al telefono per una "lunga e cordiale telefonata". L'ad della Roma ha ribadito la volontà della società di realizzare l'impianto e il primo cittadino, da parte sua, ha ribadito la totale e piena collaborazione dell'amministrazione "nei confronti del progetto che prosegue il suo iter nei tempi previsti, e quindi senza ritardi, compatibilmente con i passaggi tecnici che una sfida del genere comporta".

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