Cosa rischia il deputato del Pd Piero Fassino, denunciato per il tentato furto di un profumo da 130 euro
Piero Fassino, deputato del Pd, è stato denunciato dalla società titolare di un duty free dell'aeroporto di Fiumicino per tentato furto. L'onorevole torinese lo scorso 15 aprile si sarebbe infilato in tasca una boccetta di profumo da 130 euro e si sarebbe diretto verso l'uscita senza pagare. La denuncia è in via di acquisizione da parte dei magistrati della Procura di Civitavecchia e presto sarà aperta un'inchiesta. Il giudice potrebbe decidere di assolvere Fassino considerando la tenuità del fatto, ma se si andasse a processo potrebbe rischiare mesi di reclusione e una multa fino a 516 euro.
Il profumo da 130 euro infilato in tasca
Erano circa le 10:30 dello scorso lunedì 15 aprile quando Fassino si trovava in un duty free dell'aeroporto di Fiumicino. Ad un certo punto, l'onorevole si è messo in tasca una boccetta di profumo di marca Chanel di 100ml dal valore di 130 euro. Secondo i proprietari del negozio, il deputato del Pd si stava aggirando per il locale con "fare sospetto", ma Fassino ha dichiarato di aver compiuto quel gesto per distrazione in quanto doveva rispondere al cellulare.
Un funzionario della vigilanza, però, si è avvicinato al deputato contestandogli l'aver messo il profumo non pagato in tasca e, avvisata la Polaria, è stata redatta una denuncia a suo carico.
La denuncia per tentato furto: cosa rischia Fassino
L'ipotesi di reato è tentato furto. Infatti, quando Fassino è stato intercettato dal vigilante, la boccetta di profumo era ancora nell'area sottoposta a controllo dalle telecamere di sorveglianza. Una misura adottata dal duty free, sprovvisto di antitaccheggio.
Il reato di furto, stando al Codice penale, è punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni e con la multa da 154 euro a 516 euro. Tuttavia, qui si parla appunto di "tentato furto". Questo comporta alla riduzione della pena prevista che può variare da un terzo a due terzi. Non è escluso, però, che il giudice possa decidere di assolvere l'onorevole considerando la tenuità del fatto che gli viene contestato.
Le immagini delle telecamere del duty free
Quando l'episodio è diventato di dominio pubblico, Fassino ha detto che pensava di "aver già chiarito con i responsabili" sostenendo che era intenzionato a sborsare i 130 euro richiesti per quella boccetta. Come riporta Repubblica, il filmato registrato dalle telecamere di sorveglianza del negozio, e che presto finirà agli atti della Procura, mostrerebbe l'onorevole alzare gli occhi in direzione delle telecamere, guardarsi intorno e infilare il profumo in una tasca del giaccone.
L'ex ministro della Giustizia, che stava per partire per Strasburgo, ha dichiarato: "Non avendo ancora tre mani ho semplicemente appoggiato la confezione di profumo nella tasca del giaccone, in attesa di andare alle casse". Anche questo passaggio, però, è stato contestato dai titolari del negozio in quanto dal video non si vedrebbe il telefono che Fassino ha detto stava squillando.