Cosa è successo a Chef Rubio, chi lo ha aggredito sotto casa e cosa sappiamo sul pestaggio
Maglietta con la bandiera della Palestina, simbolo della vittoria con le dita e un gran sorriso. Così si mostra su X Chef Rubio in un nuovo post, pubblicato all'indomani del pestaggio avvenuto sotto casa da almeno 5 persone. "Ebrei sionisti, terroristi", ha scritto senza mezzi termini Rubio.
"Alla fine punti in testa dove mi hanno dato la martellata, tagli ed escoriazioni dove mi hanno preso a mattonate, frattura dell’orbita facciale dove sono finiti i 60 pugni mirati, e si ricomincia. Un abbraccio alla comunità ebraica", scrive questa mattina, dopo essere stato curato al pronto soccorso ieri sera. La testa è ancora fasciata, l'occhio molto gonfio.
Nel frattempo, secondo quanto si apprende, non risulta aver ancora sporto denuncia. Sul caso, diventato virale in breve tempo, sta indagando la Digos.
La ricostruzione dell'aggressione da parte di Chef Rubio
"Il giorno dopo, il sionismo fa ancora più schifo – scrive in un nuovo post su X Rubini – Grazie alle comunità ebraiche che permettono tutto ciò, grazie alla coraggiosa spedizione punitiva dei 6 sionisti che armati come il 25 Aprile di martello hanno provato in farmi la pelle", condividendo nuovamente, stavolta alla luce del sole, le foto dell'automobile con i finestrini frantumati.
"Mi hanno massacrato mentre ero fuori casa. Hanno rotto i fili del cancello elettrico, bloccandomi fuori. Erano cinque o sei", ha dichiarato Rubio nella stessa serata di ieri, subito dopo l'aggressione, in un video in cui si mostra con il volto tumefatto, con le ferite aperte e ancora grondante di sangue.
Chef Rubio: da Unti e Bisunti alla Palestina
"Zionism = Mafia, Genocide, Ethnic Cleansing, Colonialism, Terrorism, Racism, Fascism, Supremacism". Così si presenta nella sua biografia su X Chef Rubio che non ha mai nascosto l'impegno a sostegno della Palestina arrivando anche a rilasciare alcune dichiarazioni controverse sul massacro di Hamas del 7 ottobre.
Chef Rubio, al secolo Gabriele Rubini, è diventato noto al grande pubblico come rugbista e personaggio televisivo nei suoi programmi di cucina, come Unti e Bisunti. In giovane età ha iniziato a praticare rugby, insieme al fratello Giulio, finendo in Nuova Zelanda. È lì che, visto che con lo stipendio del club per cui giocava non riusciva a coprire tutte le spese, ha iniziato la sua professione di cuoco diplomandosi, una volta tornato in Italia, come Chef Internazionale di Cucina italiana.
Poi è arrivata la carriera televisiva, con il programma Unti e Bisunti dove è lui stesso a sfidare i cuochi di strada di tutta Italia. E ancora, la partecipazione a Pechino Express, fino a Camionisti in trattoria.
L'impegno per i diritti umani e le controversie nel conflitto a Gaza
Dopo un periodo come testimonial di Amnesty International, chiuso nel 2018 per alcune frasi considerate misogine verso Selvaggia Lucarelli, dal 2019 spesso Chef Rubio si è trovato al centro di discussioni sul conflitto Israelo-Palestinese. In quell'anno, aver definito "esseri abominevoli" gli abitanti di Israele gli è costata una denuncia da parte della comunità ebraica di Treviso. Ma le frasi controversie pronunciate da Chef Rubio non si sono esaurite qui.
Le dichiarazioni contro Liliana Segre
Nel 2022 Chef Rubio è tornato a parlare di Gaza e Israele. In un post su X, stavolta, si è rivolto direttamente alla senatrice Liliana Segre. Anche in questo caso, il post gli è costato una denuncia per messaggi diffamatori. Oltre a lui, Segre ha denunciato anche altre 23 persone. Rubio aveva definito "vergognoso" il "silenzio sistematico" da parte della senatrice su quella che deifniva "pulizia etnica" contro i palestinesi in Israele. Così è finito in un'indagine dei carabinieri della procura di Milano.
"Non mi è arrivata nessuna denuncia e non ho mai minacciato Liliana Segre, l'ho solo invitata a condannare i crimini di guerra di Israele – si è difeso Rubio chiamato a prendere parola sulla presunta denuncia – Ma so che lei non si occupa di politica quando si tratta di Palestina".
Le reazioni dei politici: da Furfaro a Bonelli, fino a Lollobrigida
Non sono tardate ad arrivare le reazioni da parte di personaggi politici sul pestaggio di ieri sera. "Il terribile pestaggio ai danni di Chef Rubio va condannato, senza sé e senza ma. In passato mi ha criticato pubblicamente e io non condivido come difende le sue posizioni, ma qui il punto non sono le nostre idee. Il punto è che la violenza non è mai ammissibile e quello che gli è successo è inquietante. Fare luce al più presto e una pronta guarigione a lui", fa sapere Marco Furfaro del Partito Democratico su X.
"Il pestaggio brutale ai danni di Rubio è vergognoso – aggiunge Angelo Bonelli dell'Allenza Verdi e Sinistra – Il ministro Piantedosi si attivi subito con la Polizia per individuare i responsabili di questo pestaggio e assicurarli alla giustizia. Che si organizzino indisturbati simili pestaggi squadristi è inaccettabile".
Solidarietà anche da parte di Alfredo Antoniozzi, vicecapogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera: "È stato vittima di una vile aggressione. Confido che le forze dell'ordine possano risalire agli autori. Tuttavia ritengo inaccettabili le parole del cuoco che accusa gli ebrei sionisti per quanto accaduto. Nemmeno la giusta rabbia per un'aggressione subita può giustificare tali parole che rischiano di generare discriminazioni e antisemitismo, cose di cui non abbiamo bisogno".
Non manca neppure la reazione, provocatoria, da parte di Francesco Lollobrigida, ministro dell'Agricoltura: "L'aggressione a Chef Rubio? Non conosco nessuno che si chiami così e possa essere abbinato alle persone serie che ho appena visto nella categoria rappresentativa della migliore qualità italiana", ha dichiarato lasciando la Camera dopo la presentazione della Giornata della ristorazione. "Se invece parla di un esponente politico che aggredisce puntualmente Israele con parole di ferma violenza, mi dispiace umanamente l'aggressione. Ma per me la violenza politica è sempre un elemento sconfortante, anche quando vengono aggrediti coloro che hanno incitato alla violenza", precisando che la matrice sarebbe da ricercare nella politica della violenza.
Solidarietà anche da parte di Amnesy International: "Chiediamo indagini immediate ed efficaci per individuare i responsabili dell'aggressione e del ferimento di Chef Rubio".
Il commento di Pacifici e il video in rete: "Va contestualizzato"
"Chef Rubio? Da lui possiamo aspettarci di tutto. E risponderà nelle sedi opportune delle accuse gravissime che ha mosso nei confronti della comunità ebraica – ha spiegato all'agenzia Dire Riccardo Pacifici, ex presidente della Comunità ebraica romana – Per questo tipo di cose c'è una definizione ben precisa: istigazione all'odio". Nelle ultime ore sta circolando un video in cui è lo stesso Pacifici a rivolgersi "a chi fa post antisemiti e istigano alla violenza, pseudo professori come Orsini e D'Orsi: vi veniamo a prendere". Le dichiarazioni risalgono allo scorso 10 ottobre ad una fiaccolata organizzata da Il Foglio.
I video sono stati ripresi oggi e ricondivisi dai sostenitori della Palestina, Chef Rubio compreso (come si vede nel post di X in alto): "C'è un nome anche per questo genere di cose: è diffamazione. Quel discorso va contestualizzato – ha sottolineato Pacifici – C'era anche il ministro della Giustizia, è chiaro che mi riferissi a un'azione nell'ambito della legalità. Mi auguro che le forze dell'ordine individuino i responsabili dell'agguato che ha subito Chef Rubio e non solo". E poi ha concluso: "C'è chi vuole mettere benzina sul fuoco, in un clima già incandescente in tutto il Paese. Se ne occupi chi ha compiti e ruoli per farlo".