Corteo del 25 aprile a Roma, i cartelli contro Zelensky e la Nato. L’Anpi: “Inopportuno”
Nel corteo dell'Anpi organizzato per il 25 aprile si ripudia la guerra in Ucraina. Una parte in fondo al corteo, però, ha deciso di manifestare anche il suo dissenso verso l'invio di armi all'Ucraina da parte della Nato e contro tutti quei parallelismi fra i partigiani italiani della seconda guerra mondiale e i combattenti ucraini, rimasti nel loro Paese contro l'invasione russa.
Cartelli in piazza: "Non sono i nuovi partigiani"
"I partigiani a quelli del battaglione Azov gli sparavano, altro che regalargli armi", scrivono in un cartello alcuni manifestanti, citando il battaglione nazionalista di estrema destra ucraino.
Sono molte le realtà che, come da tradizione, prendono parte alla lunga manifestazione che raggiunge piazzale Ostiense come Emergency, Cgil e Partito Democratico. Proprio contro il segretario del Pd è rivolto un altro cartello: "Letta, Zelensky e il battaglione Azov non sono i nuovi partigiani".
In piazza contro la guerra e l'invio di armi
Durante la manifestazione a cui partecipano associazioni come Emergency, Cgil e Partito Democratico sono moltissimi i cori e i cartelli contro le scelte dell'Occidente e la Nato. "No alla guerra, no alle armi. Disarmo totale, Italia neutrale", dicono invece dalla sezione del Trullo e della Magliana dell'Anpi, intitolata a Franco Bartolini, come si vede nella foto scattata mentre la manifestazione era arrivata a percorrere il Ponte Settimia Spizzichino a Garbatella.
Ripudiare tutte le guerre, bloccare l'invio di nuove armi all'Ucraina e spiegare perché i combattenti ucraini di oggi non sono e non possono essere i nuovi partigiani: è questo che vogliono esprimere le persone con questi cartelli oggi, in coda al corteo del 25 aprile per celebrare la Liberazione del nostro Paese dal regime nazifascista. "Stop armi all'Ucraina – si legge, infatti, in questo cartello – "Nato e neonazisti non fanno la Resistenza, ma guerre di conquista."
L'arrivo a Porta San Paolo
All fine del corteo, una volta arrivati a Porta San Paolo, come ogni anno sul palco dell'Anpi salgono partigiani, sindacalisti e personaggi politici per i loro saluti istituzionali. Nel corso del suo intervento, appena arrivati in piazzale Ostiense, Fabrizio De Sanctis, presidente ANPI provinciale di Roma, ha preso le distanze da questa parte di corteo, condannando cori e cartelli. Non si è intervenuto, invece, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, per i saluti istituzionali di rito, ma al nome del Comune di Roma è arrivato Miguel Gotor che, citando Liliana Segre, ha detto sul palco: "É difficile oggi cantare Bella Ciao senza pensare alla resistenza del popolo ucraino."