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Corruzione, Gabriele Visco non risponde alle domande del gip durante l’interrogatorio a Roma

Si è avvalso della facoltà di non rispondere Gabriele Visco, figlio dell’ex ministro Vincenzo, dopo l’arresto per corruzione avvenuto la settimana scorsa.
A cura di Beatrice Tominic
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Non ha risposto alla gip Gabriele Visco, figlio dell'ex ministro Vincenzo, comparso nell'interrogatorio dopo l'arresto per corruzione e traffico influenze illecito avvenuto la settimana scorsa insieme ad altre tre persone: due imprenditori e un avvocato.

Oltre a lui, sono stati ricevuti dal gip anche altri due degli indagati. Si tratta di uno degli imprenditori: anche lui si è avvalso della facoltà di non rispondere. L'altro, invece, l'avvocato che sarebbe stato assunto come consulente da Invitalia e pagato senza aver mai svolto alcuna prestazione, avrebbe risposto alle domande della gip Maria Gaspari.

Le consulenze fittizie

Oltre all'avvocato, Visco aveva fatto assumere anche un commercialista, che non risulterebbe indagato. Ma è nei confronti del primo che mostra il maggior impegno. "Mandategli due email, chiedete un parere, qualcosa. Quello ve le fa e basta: è un consulente, funziona così", si sente dire nelle intercettazione. "Ogni 20 del mese mi arrivava il suo messaggio, mi diceva di ricordarmi di quella cosa", ricorda un'impiegata.

E, ancora, faceva pressioni per assicurarsi che il contratto dell'avvocato venisse rinnovato: "Gli scade a febbraio del prossimo anno, va mandato avanti e bisognerà trovargli delle attività da fare, magari lo aiutate".

Corruzione Invitalia: come Visco aiutava i suoi amici imprenditori

Voleva raggiungere ruoli apicali anche fuori da Invitalia Gabriele Visco. Per questo si era creato una rete di contatto in grado di aiutare i suoi amici costruttori, ma anche se stesso. Telefonate, email, incontri segreti per le vie del centro città. E richieste a politici, personalità istituzionali, ma anche alti prelati vaticani: "Ho un momento di tensione lì, se potete fare due telefonate a qualcuno che alza il telefono…", chiede in un'intercettazione, per raggiungere, tramite le sue conoscenze, luoghi in cui da solo non sarebbe potuto arrivare.

In altre telefonate, invece, raccontava di potersi rivolgere a membri delle commissioni durante le gare di appalti: "Ho parlato con il presidente, quello che dovevo fare l'ho fatto", aggiungeva, spiegando di aver svolto la sua parte.

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