Coronavirus, nel Lazio pronte 1500 assunzioni per il vaccino. I lavoratori: “Basta precari”
Per somministrare il vaccino per il coronavirus che si prevede arriverà nei prossimi mesi, il Governo è pronto a varare un piano di assunzioni straordinario. Nel Lazio dovrebbero essere chiamati a partecipare alla campagna vaccinale circa 1.200 infermieri e 300 medici. Il personale sarà ripartito dai 3.000 medici e 12.000 infermieri che saranno assunti a tempo determinato in tutta Italia, così come indicato dall'avviso pubblico emanato dal commissario Domenico Arcuri. Sarà possibile presentare la propria candidatura a partire dal 16 dicembre, intanto gli ospedali sono a lavoro per compilare le liste del personale sanitario che per primo sarà sottoposto al vaccino per il Covid-19.
Le assunzioni avverranno tramite un accordo da stipulare con la massima urgenza con un "massimo di cinque agenzie per il lavoro", con "oggetto l'affidamento del servizio di somministrazione di lavoro a tempo determinato di laureati in medicina e chirurgia abilitati all'esercizio della professione medica e iscritti agli albi professionali nonché di infermieri e assistenti sanitari iscritti ai rispettivi albi professionali", per la campagna vaccinale.
Una scelta quella della task force guidata da Arcuri che non è piaciuta al sindacato, che chiede un piano di assunzioni straordinario in pianta stabile e di non ricorrere a contratti in somministrazione che scavalcano concorsi e graduatorie. La Cgil di Roma e del Lazio si è rivolta oggi alla giunta Zingaretti per chiedere di intervenire presso il Governo per cambiare rotta.
"Senza nuove risorse è impossibile pensare di somministrare i vaccini all’intera popolazione del Lazio – si legge in una nota – Ancora una volta, però, come già avvenuto durante le fasi più acute dell’emergenza, invece di autorizzare l’assunzione diretta e a tempo indeterminato di personale, il Governo crea nuovo precariato". Per il sindacato infatti ci sarebbe bisogno in maniera strutturale di nuove risorse per rafforzare la medicina territoriale e rimpiazzare le carenze di organico dovute al blocco del turnover. Per farlo la Cgil chiede stabilizzazioni e nuove assunzioni, visto che già è stato dimostrato che le assunzioni fatte per gestire l'emergenza Covid si sono rivelate insufficienti. E chi parla di tempi troppi lunghi la Cgil risponde che sarebbe possibile attingere alle graduatorie che già esistono.
“Il sistema sanitario pubblico va potenziato con nuove assunzioni stabili: ci aspettiamo che il Governo, invece di utilizzare lavoratori interinali, destini quelle risorse alle regioni che, avendo già svolto dei concorsi pubblici, possono velocemente immettere nel sistema sanitario regionale nuovo personale a tempo indeterminato, facendo scorrere le graduatorie in essere. Procedura che potrebbe essere avviata in tempi brevi, senza prevedere costi aggiuntivi per gli intermediari. Ne gioverebbe stabilmente l’intero sistema dei servizi pubblici alla salute, e si darebbe rispetto e dignità professionale agli operatori sanitari”, prosegue la nota.