video suggerito
video suggerito
Covid 19

Coronavirus, l’89% dei focolai nel Lazio sono domestici: solo il 2% nelle scuole

L’89% dei focolai nel Lazio sono domestici, solo il 2% sono i cluster nelle scuole. Lo ha dichiarato la Regione nell’ordinanza firmata dal presidente Nicola Zingaretti del 5 novembre 2020 per arginare la pandemia da coronavirus. In questa seconda ondata sono anche aumentati i ricoveri nei pronto soccorso.
A cura di Natascia Grbic
743 CONDIVISIONI
(La Presse)
(La Presse)
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

A partire dalla seconda metà di agosto nel Lazio sono aumentati i casi di casi di coronavirus. Rispetto alla prima ondata della pandemia, dove il famigerato ‘picco' non si è mai verificato, nella regione si è avuto un progressivo aumento dei contagi fino alla prima metà di settembre, e successivamente una rapida ascesa della curva epidemiologica. Secondo alcuni dati diffusi dalla Regione Lazio, nella settimana dal 26 ottobre al primo novembre, l'incidenza è stata di 181,3 casi ogni 100mila abitanti. Le persone più anziane sono risultate essere quelle più maggiormente colpite dal virus, ma rispetto alla prima ondata il Covid-19 ha cominciato a colpire anche la fascia di popolazione più giovane. Sono soprattutto gli under 30 che hanno iniziato a contrarre il virus. La proporzione di casi sintomatici sul totale dei contagi è pari al 50%, con un incremento proporzionale all'aumentare dell'età.

Figura 1. Curva epidemica per data sintomi e data esecuzione test specifico.
Figura 1. Curva epidemica per data sintomi e data esecuzione test specifico.

L'89% dei cluster è familiare

Oltre al numero dei casi, a essere aumentato è anche il numero dei focolai. Nelle ultime tre settimane i cluster sono raddoppiati, passando da 246 nella settimana dal 5 all'11 ottobre, a 455 nell'ultima settimana. Non solo: considerando la difficoltà di tracciamento dei focolai familiari, questo dato potrebbe essere addirittura sottostimato. Proprio quest'ultimi rappresentano l'89% dei cluster totali (per un totale di 1845 casi), seguiti da quelli delle RSA (4%, 412 casi) e dalla scuola (2%, 198 casi).

A Roma l'Rt a 1,18

Il numero dei contagi è aumentato anche in correlazione all'aumento dell’attività di testing. Al momento l'Rt nel Lazio è pari a 1.3, ma presenta una variabilità diversa tra le province della regione. A Viterbo ad esempio ha un valore di 1.68, mentre a Rieti di 1.47. Più basso a Roma, nonostante il numero maggiore di abitanti rispetto agli altri comuni e la densità maggiore per numero di pendolari che raggiungono ogni giorno la capitale per andare al lavoro. Qui l'Rt è di 1,18. Valori molto più bassi rispetto alle altre grandi città in Italia, e che hanno contribuito a inserire il Lazio nelle cosiddette ‘aree gialle', con restrizioni più leggere rispetto ad altre regioni dove la pandemia ha più incidenza.

Sovraffollamento e stress della rete ospedaliera

A preoccupare le autorità politiche e sanitarie, il fatto che c'è più del 50% di possibilità che nei prossimi trenta giorni nel Lazio ci sia ‘un'escalation ad alto rischio‘ che potrebbe portare a un serio problema di sovraffollamento nei reparti ordinari e di terapia intensiva della rete regionale. La speranza è che le misure intraprese finora riescano a piegare la curva e scongiurare questo pericolo. Nell'ultima settimana di ottobre sono 1531 gli accessi registrati al pronto soccorso per polmonite, il doppio di quanto si era osservato durante il picco di marzo e tre volte quello che si era verificato nello stesso periodo nei due anni precedenti. "La necessità di ricoveri delle polmoniti da COVID-19 sulla rete ospedaliera – spiega la Regione Lazio – ha determinato una condizione di sovraffollamento dei PS/DEA regionali con inevitabile ripercussione sull’emergenza territoriale e blocco di mezzi del 118″.

Immagine
743 CONDIVISIONI
32834 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views