Coronavirus, il Comitato tecnico scientifico: “Nessuna emergenza contagi sui mezzi pubblici”
"Non sono i mezzi pubblici ad incidere in modo significativo sulla crescita dei contagi a Roma". Ad esserne convinto Sergio Iavicoli, componente del Comitato tecnico scientifico, direttore del dipartimento di epidemiologia e igiene del lavoro dell’Inail, che a Il Corriere della Sera ha commentato i dati riportati da Roma Mobilità. "Non ci sono focolai riconducibili a questo tipo di spostamenti" spiega Iavicoli, precisando che "sono comunque da evitare affollamenti: serve porre attenzione agli orari di punta e aumentare il numero dei mezzi a disposizione". Il motivo sarebbe da ricercare nel fatto che i mezzi trasportano il 30 per cento in meno di passeggeri rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, e perché, nonostante si tratti di ambienti chiusi, il tempo di permanenza non sarebbe lungo, ma, nella maggior parte dei casi, di circa trenta minuti. A rendere sostenibile la situazione all'interno dei mezzi pubblici, eccezioni a parte per ritardi e soppressioni, sarebbero le misure adottate per limitare l'affluenza, come le fasce di lavoro, gli ingressi scolastici scaglionati, l'incentivazione dello smart working e l'uso della mascherina a bordo. Il traffico in città risulta a livelli pre-Covid.
"Le scuole non sono veicoli di contagio"
Le scuole, come i mezzi pubblici, non sono veicoli significativi di contagio, ma le occasioni in cui il virus ha modo di espandersi sono i momenti extra scolastici, come ritrovi tra amici, momenti di convivialità, feste e attività in cui non vengono rispettate le regole imposte dal dpcm, ossia che non sempre contemplano l'uso della mascherina e il distanziamento sociale e nei confronti dei quali bisogna prestare attenzione. Nelle scuole del Lazio a inizio ottobre, come comunicato dall'assessore regionale alla Sanità Alessio D'Amato e dal governatore Nicola Zingaretti nel corso di una conferenza stampa all'ospedale Lazzaro Spallanzan, erano 290 i casi di coronavirus riscontrati dal personale sanitario delle varie Asl territoriali dopo lo svolgimento dei tamponi rapidi: la maggior parte riguardano studenti delle superiori e sono avvenuti fuori da scuola.