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Coronavirus, D’Amato: “Presto tamponi rapidi anche nelle farmacie del Lazio”

L’assessore annuncia che la Regione Lazio sta studiando un modo per permettere alle farmacie di effettuare tamponi rapidi, così da ridurre le file altrove. “Sono in corso in queste ore gli approfondimenti tecnici”, ha detto l’assessore. “In Emilia Romagna le farmacie già fanno i test sierologici e in Piemonte inviano gli infermieri a domicilio per i tamponi rapidi”, spiega a Fanpage.it Federfarma. Altra novità annunciata da D’Amato è che sono iniziati i tamponi rapidi presso i medici di base.
A cura di Alessandro Rosi
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Alessio D'Amato (La Presse)
Alessio D'Amato (La Presse)
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Sarà presto possibile chiedere un tampone rapido anche nelle farmacie del Lazio. Novità che è stata annunciata oggi da Alessio D'Amato, assessore alla Sanità della Regione. Dal confronto con il Governo è emersa la volontà "di far eseguire i tamponi rapidi antigenici anche dalla rete delle Farmacie del Lazio", ha annunciato in una nota l'assessore. Ma ancora si è in una fase di studio. "Sono in corso in queste ore gli approfondimenti tecnici per consentire il servizio in piena sicurezza e la trasmissione dei flussi informativi nelle banche dati delle Asl".

Federfarma: "In Piemonte le farmacie già mandano infermieri a domicilio per tamponi rapidi"

Ma le farmacie sono attrezzate? "Molte già hanno appositi spazi per misurare la pressione o effettuare delle analisi", spiega a Fanpage.it Federfarma. "Le aree ci sono. E inoltre si potrebbero anche attrezzare dei gazebo fuori. Sono tutte possibilità che studierà il tavolo tecnico". Di sicuro, con le farmacie si amplia di molto il numero di luoghi dov'è possibile richiedere il tampone. "Bisogna considerare che sono oltre 19mila in Italia, molte di più di tutte le Asl e gli ambulatori messi insieme". E alcune regioni già si sono preparate. "In Emilia Romagna possono essere effettuati gratuitamente presso le farmacie test sierologici". E anche in Piemonte si sono attrezzati. "Lì le farmacie sono già un punto di riferimento per chi deve effettuare un tampone. Perché chi è risultato positivo a un test sierologico può contattarle e poi quelle inviano a domicilio un infermiere per effettuare il tampone rapido".

Infermieri: "Con il nostro aiuto si potrebbero fare più test rapidi"

Cercare di aumentare il numero di strutture dov'è possibile effettuare tamponi è la via che sta cercando di seguire il Governo. E gli infermieri sono pronti. "Coinvolgere farmacisti e infermieri significherebbe alleggerire in modo considerevole il lavoro delle strutture sanitarie, che potrebbero così dedicarsi ai casi più gravi, e individuare molto più rapidamente i soggetti positivi", spiega Antonio De Palma, presidente nazionale del sindacato infermieri italiani, Nursing Up. "Solo in questo modo si può contenere la diffusione del virus". Serve però prima un accordo con Federfarma. De Palma indicare che bisogna stabilire  "un costo calmierato, e nel contempo l'introduzione di una norma che dia la possibilità agli infermieri italiani, dipendenti di strutture pubbliche, di esercitare la prestazione professionale nelle farmacie presenti sul territorio nazionale".

Al via tamponi rapidi presso i medici di base

C'è un'altra novità annunciata da D'Amato e riguarda i medici di medicina generale (MMG). Si tratta della possibilità, per quelli che hanno aderito al bando regionale, "di eseguire i tamponi rapidi antigenici in sicurezza presso i loro studi", ha specificato l'assessore. Così si aggiungono a tutti quei centri già autorizzati. Ma non tutti possono effettuare i tamponi e, per il momento, hanno aderito solo in 300 e circa 40 le Unità di Cure Primarie (UCP) che partiranno prossima settimana.

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