Coppia uccisa al Pigneto, l’esecuzione ordinata dalla mafia cinese: killer ancora in fuga

Il nome di Zhang Dayong compare nei fascicoli di un’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia: sembra che l’uomo facesse parte di un’organizzazione criminale attiva a Prato, e che il suo omicidio sia avvenuto nell’ambito di una faida interna alla mafia cinese.
A cura di Natascia Grbic
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La guerra interna alla mafia cinese arriva a Roma. E colpisce nel modo più duro, con un duplice omicidio, lasciando riversi sull'asfalto i corpi di  Zhang Dayong e Gong Xiaoqing, 53 anni lui e 38 lei. Freddati con almeno sei colpi di pistola a testa e torace: una vera e propria esecuzione che non gli ha lasciato scampo. Chi ha sparato, questo è chiaro a chi indaga, non voleva fare feriti e lasciare testimoni.

La ‘guerra delle grucce' a Prato

Ma come mai sono stati uccisi Zhang Dayong e Gong Xiaoqing? Per capire le ragioni di questo crimine efferato bisogna allontanarsi da Roma di 300 chilometri e andare a Prato, dove il settore del tessile – fiore all'occhiello della città – è quasi tutto in mano a imprenditori cinesi. Con un fatturato da quattro miliardi di euro che fa gola a chiunque, ma soprattutto alla criminalità organizzata. Da tempo il pubblico ministero di Prato Luca Tescaroli indaga su quella che viene chiamata anche ‘guerra delle grucce': una faida tra gruppi criminali interni alla mafia cinese, che negli ultimi anni si sono resi protagonisti di fatti di sangue culminati in aggressioni e omicidi. Non solo a Prato, ma anche in altre città europee. Per arrivare la sera del 14 aprile a Roma, in via Prenestina, nel cuore del Pigneto.

L'omicidio per una faida interna alla mafia cinese

Questa piccola digressione è importante, perché il nome di Zhang Dayong compare in una grossa inchiesta della Direzione distrettuale antimafia. L'uomo freddato ieri al Pigneto è ritenuto essere uno dei membri di un'organizzazione criminale cinese: per questo la pista che gli inquirenti seguono non è quella della rapina, ma quella della faida interna a gruppi mafiosi. L'esecuzione, d'altronde, non lascia spazio ad altre interpretazioni, con gli effetti personali – soldi e cellulare – delle vittime lasciate in terra dal killer, che è fuggito subito dopo l'agguato.

I carabinieri stanno indagando sulla presenza delle due vittime a Roma. Da capire se i due abitassero regolarmente nel palazzo al Pigneto e da quanto tempo, o se fossero in visita per qualche motivo. Sulle indagini, data la delicatezza della questione, c'è il massimo riserbo. Soprattutto perché il killer è ancora a piede libero e, almeno per il momento, non è stato ancora identificato.

Un vicino: "Mi sono affacciato e ho visto i corpi"

"Mai mi era capitato di assistere a una scena del genere. Ora ho paura, spesso rientro tardi a casa e quello che è successo mi ha davvero spaventato". Così un ragazzo che abita al civico accanto a quello dove è avvenuto l'omicidio, commenta i fatti della scorsa notte. "Questa è una zona tranquilla, mai successa una cosa del genere. Loro non li conoscevo, non ho nemmeno sentito gli spari, quando mi sono affacciato ho visto i corpi a terra e il 118 che tentava di rianimarli. Sono molto scosso".

Zhang Dayong e Gong Xiaoqing freddati in strada

Zhang Dayong e Gong Xiaoqing erano usciti ieri sera. Alle 23 stavano facendo ritorno su una bicicletta a pedalata assistita nell'appartamento di via Prenestina, all'altezza del Pigneto, quando hanno trovato ad attenderli nel portone il killer, che ha immediatamente rivolto la pistola verso di loro. Più di sei colpi, uditi distintamente da chi abita in zona, che li hanno uccisi sul colpo. L'allarme è stato immediato, con l'arrivo di carabinieri e operatori sanitari del 118 arrivati in pochissimo tempo sulla scena del crimine. Per la coppia però, non c'è stato nulla da fare, se non accertarne il decesso.

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