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Consulente bancario e amico di Gianni Boncompagni a processo: “Gli ha sottratto 174mila euro”

Gli avrebbe sottratto 174mila euro poco prima della sua morte: a processo l’amico e consulente bancario di Boncompagni. Oltre allo storico autore televisivo, avrebbe truffato anche due sorelle per 800mila euro.
A cura di Beatrice Tominic
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Avrebbe sottratto 174mila euro dai conti bancari di Gianni Boncompagni: con questa accusa è finito a processo Valerio Finelli, amico di Boncompagni e suo consulente in banca. L'uomo, funzionario quarantenne della Deutsche Bank, che nel processo si è dichiarata parte lesa, è accusato dal pm di appropriazione indebita di beni altrui, aggravata dalle ingenti cifre e dai mezzi fraudolenti, come riporta il Corriere della Sera. Stesso reato che gli viene contestato anche in un altro caso: a due sorelle avrebbe sottratto quasi 800mila euro. In entrambi i casi, i movimenti irregolari sarebbero avvenuti fra il 2014 e il 2016, poco prima della morte di Boncompagni avvenuta nel 2017, quando era ormai ottantacinquenne.

L'inizio del processo: il furto a Boncompagni

La prima udienza si è tenuta nei giorni scorsi, davanti al giudice monocratico, per integrare le aggravanti: le prossime udienze sono state rinviate ad aprile.

Secondo le indagini degli inquirenti, le operazioni sospette sui conti di Boncompagni sarebbero quattro. Secondo l'accusa, cinque. Come si legge nel capo d'imputazione avrebbe agito "con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso" per "un ingiusto profitto". Avrebbe sottratto allo storico autore televisivo 174mila euro, con assegni che vanno dai 14mila ai 90mila euro emessi a beneficio di tre soggetti diversi. Per farlo, avrebbe abusato "della procedura interna della banca denominata sundry items".

Il quarantenne avrebbe avuto accesso ai conti di Boncompagni su sua delega. Una posizione contro cui si schiera la difesa: "Questa ricostruzione non corrisponde alla realtà. Il nostro assistito è pienamente disponibile a restituire per intero le somme, cosa che sarebbe già stata completata se non fossero sotto sequestro", hanno spiegato i due legali che difendono il funzionario in tribunale.

La truffa alle due sorelle

Per truffare, invece, le due sorelle Luzi, il funzionario avrebbe falsificato le loro firme ed emesso 11 assegni fra il 2014 e il 2018 a beneficio di 5 soggeti diversi: due per una donna, due ad un concessionario e tre ad un uomo, per un totale di 379mila euro circa. Una sola firma in un documento di traenza da un altro conto bancario di Bnp Paribas (anche essa parte lesa nel processo) da un conto bancario, invece, per truffare l'altra sorella ed impadronirsi di 400mila euro. A fare chiarezza su quanto avvenuto penseranno i giudici.

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