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Condivide post pro Palestina sui social: sospeso educatore del liceo francese Chateaubriand a Roma

Post e messaggi pro Palestina, così è scattato l’allarme a Roma nei confronti dell’educatore un liceo francese: controlli della Digos e dell’antiterrorismo in corso.
A cura di Beatrice Tominic
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Una delle sedi del liceo Chateubriand a Roma.
Una delle sedi del liceo Chateubriand a Roma.

Condivideva sui social immagini della guerra in medio Oriente, immagini dei leader di Hamas e dei bimbi palestinesi uccisi e commentava scrivendo frasi come: "La pagherete". Così un educatore del liceo francese Chateubriand, nella capitale, è finito nel mirino della Digos e dell'antiterrorismo. Secondo le autorità, dietro a quei post, potrebbe celarsi la volontà di vendetta da parte dell'uomo.

La perquisizione all'educatore

L'allerta è scattata dopo la condivisione di materiale pro Palestina sui social dell'uomo, un educatore di origine algerina che vive in Italia da venti anni e risulta lavorare anche nell'ambasciata di Francia (che non rilascia commenti "per l'inchiesta in corso"). Anche per questo, stando a quanto riporta il Messaggero, è scattato immediatamente l'allarme. Nel frattempo, l'incarico presso il liceo francese di Roma, dove lavorava da dieci anni.

La perquisizione in casa

Così nei giorni scorsi gli agenti della Digos hanno fatto irruzione in casa sua per una perquisizione urgente, autorizzata dal pm, ma senza mandato di perquisizione "per motivi di particolare necessità e urgenza" come previsto dall'articolo 41 del Testo Unico. Nonostante i documenti formali mancanti, l'educatori li ha fatti entrare nell'abitazione: "Non ho nulla da nascondere", ha dichiarato fin da subito. Nessun esplosivo o arma è stata rinvenuta all'interno dell'abitazione.

I controlli nel telefonino

Nel frattempo gli agenti hanno passato al vaglio anche il telefonino dell'uomo: su whatsapp l'educatore avrebbe condiviso più volte la foto del leader di Hamas, ma altri elementi potrebbero essere già spariti dai dispositivi elettronici. Chiamato a rispondere dei post condivisi, l'educatore ha eliminato ogni possibilità di eventuale pericolo: "Si tratta soltanto di una visione diversa, espressione di libero pensiero", avrebbe spiegato.

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