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Condannato vicino stalker: “Ti sparo in testa”. Minacce, gomme bucata e insulti al bimbo disabile

La vicenda in un condominio a Lunghezza, dove le liti tra vicini per i rumori era degenerata per gli inquirenti in una vera e propria persecuzione. Preso di mira dal vicino un minore disabile e sua madre.
A cura di Redazione Roma
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Si sa, non sempre i rapporti tra vicini sono idilliaci e o perlomeno all'insegna del quieto vivere, e a volte i litigi per questioni condominiali finiscono nelle aule di tribunale. È il caso di un uomo residente in un condominio in zona Lunghezza che è stato condannato a un anno e due mesi per stalking. Avrebbe perseguitato per anni una donna e i suoi due figli, dopo che i rapporti erano degenerati a seguito dei numerosi litigi per il trambusto che proveniva dall'appartamento della famiglia. Prima gli insulti, rivolti anche al figlio disabile della donna ("sei un mongoloide, fai una brutta fine"), poi le minacce (anche di morte) e le gomme dell'auto forate ripetutamente. Una situazione che aveva portato la donna a temere per la sua stessa incolumità e per quella dei due figli, tanto da fargli chiamare più volte le forze dell'ordine.

La situazione sarebbe andata avanti per più di un anno, con gravi ripercussioni anche per il minore disabile che si sarebbe visto inseguito e insultato più volte, come appurato nel corso delle indagini che hanno ricostruito diversi episodi. Secondo la difesa dell'uomo invece sarebbe stato lui la vittima e quelle frasi infelici non sarebbero state minacce ma tutto al più insulti, dovuti all'esasperazione per i rumori molesti provenienti dall'appartamento sovrastante. Una tesi che non ha convinto il giudice che ha respinto la richiesta di assoluzione.

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