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Condannato a sei anni e quattro mesi il 26enne che ha violentato il cuginetto di 10 anni

Le violenze risalgono al 2021: il giovane, 26 anni, di Ceccano (Frosinone) non solo ha abusato del giovanissimo cugino, ma ha ripreso la scena con il cellulare per poi diffondere il video sui canali Telegram e Whatsapp.
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È stato condannato a sei anni e quattro mesi di carcere per i reati di violenza sessuale e pornografia minorile il 26enne di Ceccano (Frosinone) che ha violentato il cugino di soli 10 anni. Non solo: l’uomo aveva ripreso la scena con il suo cellulare e condiviso il video attraverso gruppi Telegram e Whatsapp.

Martedì 18 luglio è arrivata la condanna, di poco inferiore rispetto alla pena di sei anni e sei mesi richiesta dal pubblico ministero Pierluigi Cipolla al termine del rito abbreviato.

La violenza ripresa con il cellulare

I drammatici fatti risalgono all’agosto 2021, durante una giornata trascorsa dal ragazzo con il cuginetto residente ad Anagni, nel frusinate, che al tempo aveva 10 anni. Dopo averlo portato in un luogo appartato, aveva avviato la registrazione dal cellulare e aveva abusato del piccolo. Il filmato della violenza, in seguito, era stato diffuso tramite alcune piattaforme di messaggistica: dai dettagli che emergono dalle indagini risulta che il video era stato pubblicato anche in un canale su Telegram chiamato “Incesti italiani”. Le violenze sono state successivamente confermate dalla giovanissima vittima, durante un’audizione protetta.

Le indagini e la condanna

La vicenda è venuta alla luce nel 2021, quando nel corso di un’indagine condotta dai carabinieri del nucleo investigativo di Genova gli agenti hanno trovato materiale pedopornografico contenuto nel cellulare sequestrato a uno degli indagati. A quel punto gli inquirenti sono risaliti al mittente del video: un ragazzo di 26 anni di Ceccano, in provincia di Frosinone. Il processo è quindi passato per competenza a Roma: al termine del dibattimento il pm Pierluigi Cipolla ha richiesto una pena pari a sei anni e sei mesi di reclusione, con l’accusa di violenza sessuale aggravata nei confronti di una persona minorenne e pornografia minorile.

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