Condannato a 4 anni per maltrattamenti l’ex di Noemi Bocchi, aveva detto: “Per lei ho fatto guerre”
Mario Caucci è stato condannato a 4 anni per maltrattamenti e mancato mantenimento. Questa la decisione del tribunale di Roma nei confronti dell'ex marito di Noemi Bocchi. L'attuale compagna di Francesco Totti lo aveva denunciato nel settembre del 2019 a seguito della separazione. La procura aveva chiesto una condanna di 5 anni e mezzo. Caucci è un imprenditore di Tivoli, proprietario anche della locale squadra di calcio, e la coppia stava insieme da diversi anni con due figli quando i litigi e le divergenze hanno portato alla scelta di dividere le proprie strade.
Ma proprio quando ormai la separazione consensuafale era avvenuta, l'uomo si è recato in piena notte a causa dell'ex moglie, attaccandosi al citofono per poi aggredirla afferrandola anche per il collo. Questo il contenuto della denuncia di Bocchi, che ieri dopo che si è diffusa la notizia del pronunciamento ha pubblicato su Instagram una storia dal contenuto sibillino, evidentemente in riferimento alla condanna dell'ex marito: "Dio esiste". Il giorno dopo l'aggressione Caucci avrebbe tentato un riavvicinamento, o almeno di chiedere scusa, Noemi Bocchi di tutta risposta ha scelto di rifiutare ogni incontro, recandosi a denunciarlo. Cinque anni dopo la giustizia ha riconosciuto quanto accaduto, condannando l'ex marito. Il procedimento si è svolto a porto chiuso su richiesta dei legali della stessa Bocchi.
Alla luce della sentenza di ieri, le parole pronunciate a seguito della notizia del fidanzamento di Bocchi con Totti, sembrano quanto meno fuori luogo: "Ho fatto in modo che la nostra fosse la storia più bella del mondo e lo è stata. Dopo di me, qualunque persona scelga, non riuscirà mai ad eguagliare quello che è stato, per un semplicissimo fatto: che io l'ho amata più di qualsiasi altra cosa al mondo. Per lei ho fatto guerre, ho discusso con tutta la mia famiglia. Mi dicevano di fare attenzione, che non era la strada giusta, che non andava bene. Sono stato messo nella condizione di essere emarginato perché più ero solo e più potevo essere governabile".