Condannato a 3 anni lo stalker del condominio: lanciava vasi dal sesto piano e terrorizzava i vicini
Condannato a tre anni per staking per aver reso invivibile la permanenza dei vicini di casa nel suo stesso condominio. Accade a Frosinone dove un collaboratore di giustizia di 60 anni è stato raggiunto da una condanna dopo aver passato gli ultimi due anni ad importunare i condomini. Si era presentato come vicino modello, ma ben presto aveva mostrato atteggiamenti violenti: aveva lanciato un vaso dal sesto piano e sfregiato un portone.
Lo stalking ai vicini di casa
Da casa sua più di una volta sono volati vasi di fiori. Viveva al sesto piano: alcune volte ha preso il bersaglio puntato. Fortunatamente, non si tratta di passanti, ma delle automobili parcheggiate che hanno visto il loro parabrezza andare in frantumi. Altri danni, invece, erano contro i portoni, fino alle aggressioni verbali a chi prendeva l'ascensore.
Una dei vicini ha raccontato di essere stata "colpita da una secchiata d'acqua gelata mentre faceva le scale", mentre i clienti degli studi legali presenti nel palazzo sarebbero state molestate. L'accusa ha parlato di piccoli episodi che, tutti insieme, fra danneggiamenti, minacce e offese, hanno creato quello che è stato definito come un vero e proprio "clima di terrore nel condominio" con "situazioni di malessere, ansia e problemi nel vivere quotidiano".
Nessuno lo avrebbe visto lanciare i vasi, ma gli indizi riportati sono stati considerati "concordanti" grazie ad "episodi sempre più ravvicinati nel tempo e mirati verso certi soggetti".
Il processo
Sono dodici i condomini che hanno deciso di costituirsi parte civile per quanto avvenuto. Alcuni dei vicini, spaventati dal suo comportamento, hanno addirittura preferito cambiare casa, spaventati. Si impegnavano a cambiare strada per non incontrarlo sulle scale e stavano ben attenti a scegliere il parcheggio della propria auto, evitando di lasciarla in prossimità di finestre e balconi del proprio appartamento.
"Tutti gli abitanti del condominio ascoltati hanno raccontato del loro costante stato di ansia e del cambiamento delle loro abitudini tanto da essere costretti ad installare delle telecamere", ha detto la pm ricostruendo i quasi quattro anni dal 2016 al 2020.
La sentenza
Dopo una prima richiesta di condanna ad un anno e otto mesi, l'avvocato dei condomini ha sottolineato la pericolosità della condotta. Nella difesa dell'imputato, invece, l'avvocata ha negato alcune delle accusa, come il lancio del vaso dal sesto piano, la secchiata d'acqua e le minaccia ad una ragazza, parlando solo di "episodi di scortesia".
La giudice, che nella sentenza ha ritenuto necessario inserire il risarcimento delle spese legali dei condomini, ha preso in considerazione l'atteggiamento degli ultimi due anni, dal 2018 al 2020 e lo ha condannato a tre anni.