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Con braccialetto elettronico continua a perseguitare Waima Vitullo: condannato a due anni

Ha continuato a perseguitare l’attrice romana con cui ha avuto una breve relazione inviandole centinaia di messaggi di minacce: condannato a due anni e 4 mesi.
A cura di Beatrice Tominic
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Nonostante il divieto di avvicinamento e gli aspri provvedimenti presi nei suoi confronti, ha continuato ad inviare centinaia di messaggi con minacce alla ex, fino a qualche giorno fa. Questo è quanto accaduto nei confronti di Waima Vitullo, ex pornostar, ex corteggiatrice del reality show i Mammoni ed ex candidata consigliera regionale alle elezioni 2013 nel Lazio.

Vitullo aveva avuto una breve relazione sentimentale, con l'uomo accusato di atti persecutori, Marcello S., oggi condannato a due anni e quattro mesi. È quanto si legge in un articolo de la Repubblica: a deciderlo è stato la gup della capitale, Valeria Tomassini, al termine del processo con rito abbreviato. Per lui la Procura aveva richiesto una condanna di due anni e sei mesi: nessuna attenuante generica nei suoi confronti.

Lo stalking nei confronti della ex

L'uomo era già destinatario del provvedimento divieto di avvicinamento e a partire dallo scorso giugno era stato trasferito in carcere e poi agli arresti domiciliari, con la misura del braccialetto elettronico. Eppure aveva continuato a perseguitare la donna e a minacciarla di morte. "Deve morire per essere ascoltata? – ha dichiarato Bo Guerreschi della onlus Bon't worry – La burocrazia frena la nostra azione. Un fascicolo aspetta di essere spostato da una parte all'altra del palazzo di giustizia. Quell'uomo doveva essere allontanato nell'immediatezza. Sta sfidando lo Stato".

Oggi è arrivata la condanna a due anni e 4 mesi "Si tratta di una sentenza giusta: sarebbe stato un errore concedere le attenuanti generiche a chi ha continuato imperterrito fino a pochi giorni fa a portare avanti condotte persecutorie anche in presenza di una misura cautelare", ha dichiarato l'avvocato Federico Sinagra, legale di parte di civile della donna. Sul termine del processo si è espresso anche il legale dell'imputato l'avvocato Onofrio Fioretto, che ha replicato: "Credo che sia stata una pena equlibrata, ma ovviamente ci sarà un'impugnazione relativa alla concessione delle attenuanti generiche".

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