Comune vicino Roma vieta il corteo del 25 aprile per la morte del Papa: “Le feste restano, è solo boicottaggio”

Che la Festa della Liberazione fosse divisiva purtroppo lo sentiamo dire da anni. Così, approfittando del fatto che quest'anno il 25 aprile cade a un giorno dal funerale di Papa Francesco, c'è chi ha deciso di vietare cortei e celebrazioni in memoria del giorno che, esattamente ottanta anni fa, ha decretato la liberazione d'Italia dal nazifascismo. È il caso, ad esempio, di Genazzano, comune di poco meno di seimila anime, dove il sindaco Alessandro Cefaro, con un'ordinanza, ha vietato lo storico corteo che dal 1945 attraversa le strade del paese per rendere omaggio ai martiri genazzanesi del fascismo.
Feste di fine aprile a Genazzano: vietato solo il 25 aprile
"Sono tre: uno è fra le vittime delle Fosse Ardeatine, gli altri sono stati uccisi nel 1922. Ogni anno c'è un corteo, si porta corona e si rende omaggio a questi martiri. Poi c'è una breve commemorazione da parte dei sindaco al monumento ai caduti – spiega a Fanpage.it il consigliere comunale di Genazzano e della Città metropolitana di Roma Capitale Roberto Eufemia – Si fa da 80 anni e c'è ancora molta partecipazione, con centinaia di persone che scendono in piazza". Oltre al corteo, in questi giorni ogni anno ci sono anche altri eventi legati alla festa della Madonna del Buon Consiglio: si tratta di tre giorni di festa con fiere, fuochi d'artificio e altre vivaci iniziative che non hanno subito alcuna modifica in nome della "sobrietà" richiesta dal governo Meloni.

"Atto politico contro la Resistenza"
Quest'anno però, a differenza degli anni scorsi, è arrivata l'ordinanza. "Il sindaco ha confermato giustamente tutte le altre manifestazioni pubbliche, ma per il lutto di Papa Francesco ha annullato il corteo – continua Eufemia – Per quanto ci riguarda, noi saremo lo stesso in piazza. Porteremo i fiori ai nostri martiri. E se il sindaco non vorrà essere presente, si assumerà le sue responsabilità politiche. Il 25 aprile resta il 25 aprile. Anzi, Papa Francesco spesso ci invitava a fare rumore. E noi canteremo Bella Ciao".
Il sindaco, eletto con una lista civica ma da qualche anno afferente a Fratelli d'Italia, non ha giustificato la sua scelta. "Ha annullato soltanto il corteo che da ottanta anni porta i fiori ai martiri – ha aggiunto ancora – Per noi è un chiaro atto politico contro la Resistenza e contro la nostra memoria".
Bonafoni: "I sindaci possono essere sindaci grazie ai partigiani"
"Il 25 aprile né si concede né si può sospendere o vietare in alcun modo. Quest'anno Noi celebriamo gli 80 anni dalla liberazione del nostro paese dalla dittatura e dall'occupazione nazifascista – ha spiegato a Fanpage.it Marta Bonafoni, coordinatrice della segreteria nazionale del Partito Democratico e consigliera regionale del Lazio – Genazzano ha dato i natali a Giuseppe D'Amico, che è stata una delle vittime dell'eccidio delle Forze Ardeatine, partigiano che proprio su Genazzano aveva dato vita a una Brigata partigiana che ha combattuto per difendere anche la libertà dei sindaci di fare i sindaci, compreso il primo cittadino del comune. Il sindaco ha la funzione di essere primo cittadino sulla base della carta costituzionale della democrazia italiana che noi abbiamo grazie ai partigiani".
E ha continuato: "Strumentalizzare il lutto al quale tutti stiamo partecipando, provando in questo modo a cancellare una pagina fondamentale e fondativa della democrazia italiana sia quanto di più sbagliato ci si possa aspettare da istituzioni che invece sono state votate per rispettare tutti i cittadini, le cittadine e la memoria del nostro paese".