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Compravendita dei test di medicina: “Consegnate nuove prove alla polizia postale”

Continuano le indagini della polizia postale: lo studio legale Leone-Fell e Co. oggi ha fornito agli agenti nuove prove. Nel frattempo, ieri è stato depositato il primo ricorso.
A cura di Beatrice Tominic
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Dopo l'esposto presentato in Procura poco più di una settimana fa sulle presunte compravendite di domande del test di medicina, lo studio legale Leone-Fell e Co. ha depositato un ricorso collettivo per i primi 350 ricorrenti.

Nel frattempo continuano le indagini della polizia postale che ha il compito di verificare, eventualmente smentire, la compravendita delle domande del tolc di medicina su appositi gruppi Telegram, in alcuni casi l'intero database di quesiti, approfittando delle due sessioni di test una ad aprile e l'altra a luglio. Gli agenti avrebbero già trovato alcuni primi riscontri.

Come hanno spiegato dallo studio legale a Fanpage.it, il materiale da analizzare è molto: anche oggi sono stati consegnati nuovi documenti agli agenti a cui adesso spetta il compito di passarli al vaglio.

Il primo ricorso

Il primo ricorso presentato è costituito da un documento di quarantasette pagine. Secondo quanto denunciato dagli avvocati, non ci sarebbe stata parità di trattamento fra i candidati e, di conseguenza, anche la graduatoria emersa sarebbe da considerarsi illegittima: "Una altro tasto dolente è il mancato accesso agli atti: i ragazzi e le ragazze non hanno potuto visionare i loro test verificando la correttezza nelle risposte o gli errori", continuano a spiegare.

La compravendita delle domande

A Fanpage.it l'avvocato Francesco Leone aveva rivelato che, oltre alla compravendita delle domande sui gruppi Telegram, anche alcune scuole avrebbero approfittato della doppia data del test per raccogliere le domande e fornire un documento ai clienti da utilizzare per prepararsi e superare il test.

"Abbiamo trovato documenti anche stampabili, per avere i quali ragazze e ragazzi più volenterosi si sono fatti pagare anche 20 euro – ha dichiarato il legale parlando dei candidati al test – Ma esistono anche alcune scuole che si sono vantate di aver mandato i propri tutor a svolgere il test: una ha raccolto le domande e ha messo il proprio logo nel file che ha messo a disposizione dei propri studenti".

La reazione della ministra Bernini e del presidente della Crui

Non appena appresa la notizia, la ministra dell'Università Anna Maria Bernini ha convocato la Crui, Conferenza dei Rettori delle Università Italiane e ha aperto una procedura di indagine. Si è affidata alle risposte del Cisia, l'ente che gestisce il tolc, che ha confermato l'assenza di qualsiasi genere di hackeraggio nel sistema. Da verificare, invece, la questione della compravendita, presentata come esterna al Cisia.

Intervistato da Fanpage.it, anche il presidente della Crui e rettore dell'Università di Messina, Salvatore Cuzzocrea, ha spiegato quanto riportato dal Cisia. Poi ha aggiunto: "Posso essere responsabile di quello che ci viene riferito. I candidati hanno firmato un documento che li obbligava a non comunicare nulla all'uscita del test. Se qualcuno non ha rispettato la norma, io non lo posso sapere", sottolineando che gli organi di competenza si sono subito attivati per garantire attenzione e determinazione.

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