Commissione Orlandi Gregori, l’amica del coro ritratta: “Non ricordo di aver visto Emanuela quel giorno”
Il vuoto totale. È quello che ha detto di provare Laura Casagrande, amica del coro di Emanuela Orlandi, davanti ai membri della commissione bicamerale di inchiesta, chiamata nel pomeriggio di oggi, giovedì 20 giugno 2024, a raccontare la sua versione dei fatti. "Adesso non ricordo di averla vista. In realtà non ricordo nulla della mia deposizione dell'epoca, ho il vuoto totale – ha dichiarato – Sono mortificata, molte cose non le ricordo più, sono sincera".
Queste le parole della donna, chiamata a fornire la propria testimonianza, insieme alle altre amiche delle ragazzine scomparse, Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. La speranza della commissione era che potessero rivelarsi testimoni chiave dei casi di scomparsa. Ma da quel tragico 22 giugno 1983 sono passati quasi quarantuno anni precisi, quattro decenni. E molti ricordi non sono più vividi come un tempo
Nelle deposizioni precedenti, invece, il ricordo di Casagrande sembra essere più nitido. "Stavamo andando verso l'autobus, era dietro di me. Quando mi sono voltata una seconda volta, però, non c'era più", ha sempre dichiarato in precedenza ripensando al giorno della scomparsa, dopo la lezione di coro all'Accademia di Musica "Tommaso Ludovico da Victoria" in piazza Apollinare. E invece oggi il ricordo sembra essere svanito. "La cosa che ho impressa di quel giorno è che non venne alla lezione di coro, era una delle ragazze con le quali avevo un pochino più legato e non la vidi arrivare o arrivò molto tardi", ha dichiarato oggi prima di sottolineare che non sono uscite insieme.
La nuova dichiarazione dell'amica di Emanuela Laura
Come anticipato, Laura ha ricordato di aver legato un po' di più con qualche ragazza del coro, fra cui la stessa Emanuela. "Facevamo un pezzo di strada insieme, ma non sempre. Che prendessimo il bus insieme è successo poche volte", ha detto in audizione. Alcuni membri della commissione, presieduta da Andrea De Priamo, le hanno sottoposto le dichiarazioni rilasciate in precedenza. "Ora non ricordo di averla vista, non ho quella immagine che lei mi ha letto. Ricordavo il fatto che era arrivata tardi, ma è l'unica immagine che ho conservato", ha risposto lei prima di ripercorrere il rapporto che la legava alla ragazzina del Vaticano.
La telefonata anonima all'amica Laura
"Non frequentavamo lo stesso corso. Io seguivo quello di pianoforte e lei quello di flauto traverso – ha spiegato – Ci siamo conosciute alle lezioni di canto corale, brevi scambi di saluto, niente di che: non c'era né un'amicizia né una conoscenza molto approfondita. Ma da piccola avevo la passione dello scambio epistolare così verso la fine dell'anno le ho scritto sul libro il mio telefono e indirizzo visto che stava finendo l'anno".
E poi è arrivata una telefonata anonima a casa. "Il timbro era tra l'arabo e il mediorientale, era incalzante, non riuscivo a stare dietro alla dettatura". Poi più nulla.
L'amica Laura: "Ecco cosa ricordo di Emanuela"
"Non la conoscevo moltissimo, non ci siamo frequentate così tanto, ma non ho amnesie su di lei – ha continuato a spiegare Casagrande – Mi sono sempre chiesta come abbia fatto a fidarsi di andare via con qualcuno. Era una ragazza come me, semplice. Sarebbe potuto capitare anche a me". Dopo la scomparsa di Emanuela la direttrice della scuola, Suor Dolores, ha chiesto alle altre ragazze se fossero mai state importunate: "Non sono mai stata adescata o avvicinata da nessuno. Ma sarebbe potuto succedere anche a me".
Le altre audizioni: l'amica Cristina a porte chiuse, il ricordo di Alessandra
Prima di congedare Casagrande, De Priamo l'ha invitata a ripensare ancora al giorno della scomparsa di Emanuela, a qualche dettaglio: "Se potesse tornare su questo momento, rimasto purtroppo oscuro. Ci faccia sapere, anche in futuro", le ha detto. Cristina Franzè, invece, ha chiesto di poter essere ascoltata a porte chiuse. E la sua richiesta è stata accolta.
Poi è stato il turno di Alessandra Cannata, anche lei amica di Emanuela Orlandi e allieva nella scuola di musica. "Negli anni mi hanno chiamato un paio di volte a piazzale Clodio – ha spiegato – Ma non potevo essere utile: in quei giorni, compreso quello della scomparsa, avevo saltato le lezioni. Mi ha chiamato anche la sorella, mi chiedeva se sapessi perché non tornava a casa. Ma io non sapevo nulla. Ho risposto invece alle domande sulla scuola di musica e sulla direttrice. Ho descritto suor Dolores. Era rigida, impostata, ci tenevano molto alla divisa, al comportamento, alle regole".
Il ricordo di Emanuela è vivido. "Era solare, ma riservata. E la sua famiglia era un ambiente positivo: estremamente serena e tranquilla – ha spiegato – Era una mia amica, spesso uscivamo insieme dalla scuola di musica, siamo diventate amiche così".