Commissione Orlandi Gregori, il giornalista Sarrocco: “Scomparsa di Emanuela scollegata da Mirella”
"Non credo che i due casi di scomparsa siano collegati": queste le parole del giornalista del Tempo Gianni Sarrocco che, durante la direzione di Gianni Letta, si è occupato per due anni del caso di Emanuela Orlandi. Ed è proprio alla scomparsa della ragazzina del Vaticano e a quella di Mirella Gregori che fa riferimento. Chiamato in audizione nell'ambito della commissione bicamerale d'inchiesta, dopo le prime audizioni dei familiari, è stato ascoltato questa mattina.
Nel corso della sua testimonianza ha riportato anche un elemento nuovo: l'agente segreto Gangi era stato alla scuola di musica, prima ancora che andasse lui. "L'ho visto firmando il registro delle presenza, lui era alla riga sopra. Avevo fatto una foto, ma deve essere andata persa. Lavorava al Sisde ed era fidanzato con la cugina di Emanuela Orlandi".
Oltre a lui anche Fabrizio Peronaci de il Corriere della Sera che, invece, la pensa diversamente: entrambe le ragazze, a suo dire, potrebbero essere state prese per "allontanarle temporaneamente" dalle loro case e "mettere così in atto un ricatto", uno allo Stato italiano, l'altra al Vaticano.
L'agente Gangi alla scuola di musica
"Giulio Gangi, oltre ad essere agente del Sisde, era anche il fidanzato di una cugina di Emanuela Orlandi – ha spigato Sarrocco nel corso del suo intervento – Quando sono andato alla scuola di musica per parlare con la direttrice, il portiere mi ha fatto firmare il registro delle visite. Ho notato che prima di me c'era il nome di Gangi con scritto vicino Servizi Segreti e feci scattare una foto al fotografo. Non è mai stata pubblicata, potrebbe essere rimasta negli armadi del giornale".
Gangi, morto due anni fa a 63 anni, aveva seguito il caso della scomparsa da subito fino a quando, dieci anni dopo, non è stato allontanato dai servizi segreti civili. Le sue indagini sul caso sono state considerate fin troppo "inopportune", secondo alcuni, ma lui non ha mai espresso con chiarezza le ragioni.
L'audizione di Sarrocco
"Non credo che i due casi di scomparsa siano collegati – ha dichiarato Gianni Sarrocco durante il suo intervento, durato circa tre ore – Credo piuttosto che si sia trattato di un adescamento. Come se qualcuno in Vaticano di cui lei si fidava le avesse messo gli occhi addosso".
A quell'epoca, però, lo stesso Sarrocco si era occupato anche della sparizione di Mirella Gregori: "Sapevano che mi occupavo del caso Orlandi, così sono chiamato dalla sorella. Mi ha fatto presente che anche Gregori era sparita un mese e mezzo prima, così sono andato a casa loro. Ma non ho mai pensato che potesse esserci un legame tra le due scomparse, erano due realtà molto diverse, due fatti secondo me distinti anche negli ambienti della polizia e dei carabinieri non erano convinti che ci fosse un legame stretto", ha spiegato, come riportato da Ansa.
L'audizione del giornalista Fabrizio Peronaci
Terminato l'intervento di Sarrocco è stato il turno di Fabrizio Peronaci che ha consegnato, oltre a una memoria, anche 28 documenti allegati: una parte del suo intervento, però, quella in cui ha portato nuovi elementi, su sua richiesta è stato secretato. Secondo lui la vicenda di Emanuela non solo sarebbe legata a quella di Mirella Gregori, ma anche alle tensioni politiche dell'epoca, dalla pista internazionale, alla Guerra Fredda, dalla figura di Alì Agcà al ruolo dei servizi segreti. Allo stesso modo, oltre alla pista politica, ce ne sarebbe un'altra economica, legata agli scandali finanziari e ai rapporti fra Vaticano e criminalità.
Entrambe secondo Peronaci sarebbero dovute servire per "mettere in atto un ricatto". Chiamato in audizione, ha dichiarato: "Il sequestro è stato premeditato a lungo, per questo scarterei la pista sessuale. Emanuela Orlandi non era neanche la prima scelta, anche altre due ragazze figlie di funzionati hanno subito pedinamenti". Poi c'è il riferimento alla Avon: sarebbe un messaggio in codice, secondo Peronaci e" starebbe per Nova".
Dopo il 28 giugno, quando Alì Agcà ha ritrattato la pista bulgara, sono usciti diversi messaggi nelle prime pagine dei giornali: anche quelli potrebbero essere stati messaggi in codice, ad esempio sulla vicenda del Banco Ambrosiano.
Altre cose non tornano secondo Peronaci. Entrambe le famiglie delle ragazze scomparse, ad esempio, si erano affidate allo stesso avvocato, Gennaro Egidio, ma mentre la famiglia Gregori lo pagava, la famiglia Orlandi non lo avrebbe fatto. A colpire il giornalista, inoltre, la consapevolezza da parte di Ercole Orlandi che nel 2001 ha dichiarato: "Mia figlia rapita dai servizi segreti". Cosa che ha ribadito anche in punto di morte: "Sono stato tradito da chi servivo", avrebbe detto ai figli. Ha poi ricordato il magistrato Martella e il giudice Imposimato "fortemente convinto del sequestro a scopo di ricatti politici nato a Mosca".
Audizione secretata per Peronaci
Nel corso dell'audizione, Peronaci ha fatto sapere di essere in possesso di alcuni elementi nuovi e ha chiesto di continuare l'intervento a porte chiuse. Sembra che il giornalista abbia fatto riferimento ad un messaggio audio registrato da una donna, inviato da Boston al giornalista Cbs Richard Roth il 6 giugno del 1983. Altri riferimenti, inoltre, sarebbero stati effettuati su Marco Accetti, che si è autoaccusato del rapimento di Emanuela, ma che sarebbe considerato "esibizionista" da una perizia psichiatrica: secondo una perizia fonica degli ultimi giorni esisterebbe "una corrispondenza media della voce di Accetti con quella dei telefonisti (come l'Americano, ndr) del caso Orlandi pari all'86%".