Com’è morto Satnam Singh: il braccio nella cassetta, le colpe di Lovato e perché poteva essere salvato
Nell'ordinanza con cui il gip ha disposto l'arresto per omicidio con dolo eventuale di Antonello Lovato, vengono descritte per filo e per segno le ultime ore di vita di Satnam Singh: il terribile incidente avvenuto nell'azienda agricola, ciò che è accaduto dopo, la "disumana" condotta del datore di lavoro fino all'agonia in ospedale.
Le ultime ore di Satnam Singh
L'ultimo giorno del 31enne indiano inizia prima dell'alba. Alle 5.30 lui e sua moglie, Soni, escono di casa e vanno in bicicletta nell'azienda agricola di Borgo Santa Maria a Latina, dove lavorano. Sono sposati da tre anni e mezzo e da tre vivono in Italia. Prima a Napoli, dove lavorano in un'azienda di allevamento di bufale, poi a Cisterna di Latina, dove si sono sempre occupati della raccolta di frutti e ortaggi.
Fino all'ora di pranzo raccolgono le zucchine e successivamente si occupano di arrotolare il telo plastico posizionato sulla piantagione di cocomeri. Soni taglia il materiale, Satnam aiuta il titolare, Antonello Lovato. Quest'ultimo è alla guida del trattore a cui è agganciato il rullo avvolgi-plastica. Il trattore è fermo, il rullo è in funzione, Antonello dà indicazioni a Satnam in merito alle operazioni che deve fare. In sostanza, deve assicurarsi che il meccanismo funzioni bene e che la plastica venga avvolta come si deve.
Il terribile incidente nell'azienda agricola di Latina
Durante il lavoro, hanno ricostruito gli ispettori della Asl di Latina, Sing si avvicina troppo agli organi in movimento del mezzo, resta impigliato e viene trascinato nell'attrezzatura, probabilmente a causa della manica della camicia. Il rullo avvolge gli abiti di Satnam, creando un effetto simile a una corda.
Scrivono i funzionari della Asl: "La rotazione generata dal cardano ha avvolto gli abiti di Satnam attorno all'attrezzatura, creando un effetto simile ad una corda. Questo fenomeno ha reso gli indumenti estremamente resistenti trasformandoli in un meccanismo di trascinamento che ha coinvolto l'arto destro e l'intero corpo dell'operatore, facendolo ruotare più volte intorno all'attrezzo "avvolgitelo".
Il braccio destro di Satnam Singh si stacca di netto. Il 31enne muore allo "shock emorragico" causato dall'amputazione. Ma probabilmente sarebbe ancora vivo se i soccorsi fossero stati chiamati con urgenza.
Scrive il medico legale: "Il soccorso immediato non soltanto consente di tentare una ricostruzione dell'arto ma soprattutto di salvare la vita al soggetto che ha riportato l'amputazione. Subito dopo l'evento traumatico si può applicare un laccio emostatico alla radice dell'arto che riduce la perdita ma è indispensabile e indifferibile il trasferimento d'urgenza in ospedale. Un accesso immediato in un pronto soccorso ed un trattamento in urgenza della gravissima lesione dell'arto superiore" avrebbero consentito di salvare la vita al ragazzo.
La "disumana" condotta di Lovato
E invece nessuno fa nulla, tantomeno il datore di lavoro. All'improvviso Soni sente Antonello urlare: "È morto, è morto". Soni lo supplica di chiamare i soccorsi, ma lui non fa niente. Poi, dopo l'ennesima richiesta, prende un furgone di colore bianco, carica Satnam all'interno dello stesso e sistema il braccio staccato in una cassetta di plastica della frutta. Accompagna marito e moglie a casa, in via Genova. Antonello prende il braccio e lo depone all'ingresso dell'abitazione, poi scappa a bordo del furgone.
È la sua condotta, definita disumana dal gip, che ha causato la morte di Satnam Singh e per questo è stato arrestato oggi con l'accusa di omicidio doloso con dolo eventuale. Satnam viene finalmente soccorso dai sanitari del 118 e accompagnato d'urgenza all'ospedale San Camillo di Roma. Ma per lui non c'è più niente da fare.