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Come funziona la video-pillola che rivoluziona la gastroscopia: a breve apriranno le prenotazioni

Intervista al professore Cristiano Spada, direttore del reparto di Endoscopia Digestiva Chirurgica del Policlinico Gemelli di Roma, dove la videocapsula per la gastroscopia è stata utilizzata per la prima volta nel mondo.
Intervista a Prof. Cristiano Spada
Professore ordinario e direttore del reparto di Endoscopia Digestiva Chirurgica del Policlinico Gemelli
A cura di Enrico Tata
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Una videocapsula di nuova generazione, grande come una compressa di Tachipirina, permette di effettuare gastroscopie senza l'utilizzo del fastidioso tubicino da inserire in bocca. È stata utilizzata per la prima al mondo (al di fuori della Cina, dove è stata inventata) al Policlinico Gemelli di Roma. Abbiamo chiesto al professore Cristiano Spada, direttore del reparto di Endoscopia Digestiva Chirurgica, quando questa tecnologia potrà essere utilizzata dai pazienti.

È una tecnologia nuovissima ed è già in commercio. A brevissimo al Gemelli i pazienti potranno chiedere una gastroscopia con questa videocapsula. Attualmente stiamo definendo gli ultimi dettagli per poi aprire le prenotazioni, avviare il servizio e rendere questa tecnologia disponibile ai cittadini. È bene sottolineare, per onestà nei confronti dei lettori, che inizialmente non sarà erogabile attraverso il Sistema Sanitario Nazionale. Speriamo di renderla disponibile a breve anche per questo canale. Ma come tutte le nuove tecnologie, tra il momento in cui viene introdotta e il momento in cui viene recepita dalla burocrazia italiana, trascorre un po' di tempo.

Professore, ci può spiegare come funziona questa videocapsula?

In primo luogo, voglio precisare che la novità non è rappresentata dalla videocapsula, che invece utilizziamo da diversi anni per lo studio del piccolo intestino e del colon. Immaginateli come dei tubi e invece lo stomaco è come se fosse un pallone. Per vederlo bene, occorre distenderlo e c'è bisogno di controllare il movimento della videocapsula. Infatti, mentre nell'intestino non può che andare dritta, nello stomaco potrebbe muoversi liberamente e quindi lasciare spazi e porzioni mal visualizzati. In questo senso, a causa della sua anatomia, lo stomaco era difficilmente esaminabile attraverso queste videocapsule.

La grande novità di questa videocapsula è, quindi, l'applicazione di magneti che permettono di controllarne il movimento dall'esterno con uno speciale joystick. Ecco, questa è la novità: anche lo stomaco è diventato esaminabile con questa tecnologia, che è assolutamente non invasiva. 

Il professor Cristiano Spada - Policlinico Gemelli di Roma
Il professor Cristiano Spada – Policlinico Gemelli di Roma

Come viene smaltita la videocapsula? Può essere riutilizzata? E come si assume?

Si tratta, infatti, di ingoiare una pastiglia delle dimensioni di una pillola di antibiotico. L'unico compito del paziente è quello di ingerire questa capsula. Deve bere soltanto un po' di normale acqua per distendere lo stomaco. Una volta deglutita, la muoviamo ed esaminiamo tutte le pareti dell'organo. Una volta finito lo studio dello stomaco, diventa una videocapsula normale e può esaminare, qualora fosse necessario, anche il piccolo intestino. Quindi si riesce a combinare i due esami, la gastroscopia e lo studio del piccolo intestino.

Un'altra novità è rappresentata dal fatto che la videocapsula è dotata di un sistema di intelligenza artificiale, per cui è in grado di rendersi conto da sola di come muoversi ed è in grado di dirci se ha visualizzato completamente lo stomaco oppure no. Qualora questo ‘autopilota' non fosse stato in grado di visualizzare completamente l'organo, si controlla manualmente la videocapsula per esaminare le porzioni mancanti. La capsula viene poi eliminata con le feci e non deve essere recuperata (può essere utilizzata per un solo esame).

Sostituirà completamente la gastroscopia tradizionale?

Oggi l'endoscopia di qualità è una endoscopia con la sedazione. Noi al Gemelli facciamo esami all'incirca al 100 per cento con sedazione, mentre è ovvio che con la videocapsula si tratterebbe di esami al 100 per cento senza sedazione, perché è un esame non invasivo.

Esistono già studi pubblicati su riviste molto importanti che sostanzialmente sanciscono come, in termini di resa diagnostica, l'utilizzo di questa capsula sia sovrapponibile a quella della gastroscopia tradizionale. È ovvio che noi siamo di fronte ad uno strumento diagnostico, quindi se c'è bisogno di eseguire biopsie, togliere un polipo, fare qualsiasi tipo di trattamento, bisogna ritornare alla gastroscopia tradizionale.

Quali pazienti possono utilizzare questo esame?

Questa tecnologia può essere utilizzata da tutti i pazienti a rischio intermedio: chi presenta reflusso, chi ha la gastrite, cioè in quei casi in cui il medico valuta come residuale il rischio di eseguire una biopsia. È ovvio che se arriva un paziente con sospetta neoplasia, che quasi sicuramente dovrà fare una biopsia, non gli proporremo l'utilizzo di questo strumento. Ma nella grande maggioranza dei pazienti, chi per esempio ha sintomi dispeptici, mal di pancia, malattia da reflusso, cattiva digestione, esofagite da reflusso, ecco in tutti questi casi si tratta di uno strumento che può essere alternativo alla gastroscopia tradizionale. 

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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