Comanda solo lei: Giorgia Meloni commissaria Fratelli d’Italia a Roma e apre lo scontro con Rampelli
In Fratelli d'Italia non c'è più spazio per le correnti. È un messaggio chiaro quello lanciato da Giorgia Meloni all'interno del suo partito, e diretto prima di tutto a Fabio Rampelli. Se il canonico racconto sulla scalata della destra italiana da parte della presidente del consiglio, vuole proprio Rampelli come l'ex mentore di Meloni, come colui che l'ha lanciata da giovanissima alla guida di Azione Giovani cucendo una difficile intesa tra correnti sul suo nome, ormai le cose sono molto cambiate.
Con un atto inaspettato Meloni ha commissariato ieri il partito a Roma, nonostante manchino una mangiata di giorni alle elezioni regionali. Fuori il coordinatore Massimo Milani, al suo posto Giovanni Donzelli, fedelissimo di Giorgia Meloni e uomo chiave nell'organizzazione del partito. Un colpo per i Gabbiani, la corrente che fa riferimento proprio a Rampelli.
Il casus belli è stata la maxi iniziativa al Teatro Brancaccio, per il lancio della candidatura in ticket per le prossime regionali di Fabrizio Ghera e Marika Rotondi, i due nomi di riferimento dei Gabbiani, ma anche una prova di forza con un teatro strapieno. La colpa di Milani sarebbe stata quella di inoltrare un invito alla serata, come se fosse un evento del partito. Una mossa che non passa inosservata suscitando le proteste dei "meloniani" e di altri candidati, dando così la possibilità a Meloni di fare la sua mossa.
Fabio Rampelli, che già aveva subito la scelta fallimentare di candidare al Campidoglio Enrico Michetti, indicato dall'altro uomo forte del partito a Roma e nel Lazio Francesco Lollobrigida, avrebbe voluto coronare la sua carriera da governatore della Regione Lazio. Ma Meloni glielo ha negato, preferendo Francesco Rocca, un candidato che non sta al momento proprio brillando in campagna elettorale e che al momento appare in vantaggio più per la divisione del campo avversario che per propri meriti. Ora le tensioni sono uscite allo scoperto e Meloni mostra i muscoli.
Se i Gabbiani possono far pesare le preferenze e il radicamento sul territorio, e la tradizione "militante" ereditata dalla "mitica" sezione di Colle Oppio, Fratelli d'Italia non è più il partito di dieci anni fa, per cui la doppia cifra elettorale è un insperato miraggio, ma è saldamente il partito di maggioranza relativa e primo azionista del centrodestra. Un successo indiscutibilmente legato alla figura e alla leadership di Giorgia Meloni, un fatto che ha finito per modificare equilibri interni e fisionomia di un partito passato in meno di dieci anni da poco più del 2% al 30% dei sondaggi di questi primi mesi di governo.