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Colosseo, il turista vandalo condannato a pagare ma ora nessuno gli dice dove fare il bonifico

Una situazione paradossale: il turista di 27 anni che questa estate ha inciso il suo nome e quello della fidanzata sul Colosseo, è stato condannato a pagare poco meno di 1000 euro patteggiando la sospensione della pena. Ma nessuno è in grado di fornire l’iban dove fare il bonifico.
A cura di Redazione Roma
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Ve lo ricordate il 27enne che, in vacanze nella capitale assieme alla fidanzata, prima di tornare a casa aveva pensato bene di incidere le iniziali sue e della ragazza sul Colosseo? Ivan D. è un giovane di origini bulgare che da molti anni risiede nel Regno Unito. Tornato dalle ferie si è visto travolto dalle polemiche dopo che un video lo ha ritratto mentre, noncurante del pienone, si dava da fare con una chiave per scrivere “Ivan+Hayley 23”.

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Vistosi scoperto il ragazzo ha inviato una lettera di scusa, dicendosi disponibile a pagare per il danno arrecato. Visto anche il suo atteggiamento il pubblico ministero Nicola Maiorano lo ha condannato al pagamento delle spese per 965 euro (più Iva), patteggiando e sospendendo di conseguenza la pena. Ma ora il paradosso: nessuno ha detto al giovane dove bonificare il denaro. Con il risultato che pur venendo condannato potrebbe non avere nessuna conseguenza per quanto accaduto, visto che non si capisce su quale iban il Parco archeologico del Colosseo deve ricevere il denaro, utile al rimborso del personale intervenuto.

"Ringrazio il pm per il senso della misura dimostrata nella scelta concordata sulla pena . Ma insieme al magistrato ci siamo dovuti scontrare contro la burocrazia della pubblica amministrazione, degna di un Paese centro-africano degli anni ‘80 e che andrebbe ridimensionata dalla politica. Trovo assurdo che la legge imponga una condizione per la concessione della sospensione della pena e la pubblica amministrazione, di fatto, impedisca di realizzarla", questo il commento rilasciato al quotidiano il Messaggero dall’avvocato del 27enne Alexandro Maria Tirelli.

Consapevole della gravità del gesto commesso – scriveva il ragazzo nella sua letteradesidero con queste righe rivolgere le mie più sentite e oneste scuse agli italiani e a tutto il mondo per il danno arrecato a un bene che, di fatto, è patrimonio dell’intera umanità”. Certo non mancava poi il passaggio surreale nelle scuse in cui affermava per difendersi: "Non sapevo che fosse antiche". Intanto, tolta la pubblicità negativa, il il 27enne non sembra avrà altre conseguenze. Colpa anche della solita burocrazia.

Il Parco del Colosseo: "Abbiamo dato l'Iban dopo soli tre giorni dalla richiesta"

Il parco del Colosseo comunica di aver provveduto a trasmettere l'Iban per le spese dopo soli tre giorni lavorativi dalla comunicazione di richiesta, arrivata in data 3 ottobre.  Lunedì 9 ottobre, si legge in una nota, il Parco archeologico del Colosseo "ha provveduto a tramettere tutte le informazioni necessarie al buon esito della transazione a soli tre giorni lavorativi dalla richiesta informale".

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