Clinica convenzionata chiude reparto maternità, 30 mandati via: “Con Covid Center guadagnano di più”
La comunicazione è arrivata così, come un fulmine a ciel sereno. "Non abbiamo più un lavoro, ci mandano a casa. Non abbiamo ancora ricevuto la comunicazione ufficiale, ma il direttore sanitario ha detto ad alcuni che la clinica diventerà un centro Covid e la collaborazione sarà interrotta". Una trentina di lavoratori della clinica Città di Roma, privata convenzionata con la Regione Lazio, hanno saputo due giorni fa che la struttura dove lavorano diventerà un centro Covid e che loro rimarranno quindi senza un impiego. Si tratta di infermieri e medici del reparto di maternità, già in via di smantellamento. L'accettazione è stata chiusa da un giorno all'altro, da adesso non si potrà più partorire a Città di Roma. I lavoratori che potranno essere spostati sull'emergenza covid continueranno a lavorare. Gli altri, tutti via. Ignota la sorte di chi ha un contratto, certo il destino di chi invece ha la partiva iva. Tutti a casa, senza troppi complimenti. Proprio a ridosso del Natale e in piena emergenza economica.
"Mandati via senza complimenti proprio a Natale"
"L'ufficialità non è ancora arrivata, ma ci hanno detto che diventeremo un centro Covid e che quindi non lavoreremo più lì", dichiara a Fanpage.it una lavoratrice della struttura che preferisce rimanere anonima. "Lavoro a Città di Roma da anni, ma nonostante di fatto sia una dipendente non mi hanno mai fatto un contratto. Ho sempre dovuto lavorare con la mia partita iva, nonostante i turni compilati settimana per settimana. Non pensavamo che ci mandassero via così, senza troppi complimenti. Abbiamo figli da mantenere, mutui da pagare: dopo anni di lavoro e dedizione questa è la moneta con cui ci ripagano. Il sospetto è che faccia gola il finanziamento che riceveranno se diventeranno centro covid". L'uso di liberi professionisti nella sanità privata non è nuovo nel Lazio: in molti casi le partite iva sono dei veri e propri lavoratori dipendenti, senza le tutele previste da un contratto. Una stortura alla quale oggi, ancora non c'è rimedio. E che permette quindi di mandare a casa lavoratori che non potranno accedere né a Naspi, né a disoccupazione, né ad altre forme di reddito.
Città di Roma in attesa dell'attivazione come Centro Covid
Fonti della Regione Lazio fanno sapere che è stata bandita una manifestazione d'interesse per i privati che volessero mettersi a disposizione per la gestione Covid-19. E la clinica Città di Roma è al momento tra le strutture in attesa dell'attivazione. "Ovviamente occorrono tutta una serie di condizioni di sicurezza sui percorsi e i dispositivi", spiegano dalla Regione.
Cgil: "Imprenditori fanno sempre scelte economiche, mai sanitarie"
La clinica Città di Roma è una delle strutture dove si fanno più parti. Sono una media di 1300 le donne che ogni anno decidono di partorire nella struttura di Monteverde, da sempre considerata all'avanguardia nel campo della maternità. Sgomento e sconcerto per la decisione di chiudere il reparto anche tra i genitori che avrebbero voluto scegliere quello come luogo per far nascere il proprio bambino. E monta la protesta tra ostetriche e ginecologhe, che ora si trovano senza lavoro. Proprio ieri si è tenuta un'assemblea sindacale con i lavoratori e i rappresentanti della Cgil. "Con chi ha la partita iva il rapporto si interrompe, chi ha un contratto sarà prima trasferito al San Camillo, poi molto probabilmente licenziato". Così Massimiliano Rizzuto, delegato sindacale Fp Cgil, a Fanpage.it. "Eravamo già perplessi sul fatto che una struttura come quella di Città di Roma potesse trasformarsi in un centro covid. Poi ci hanno detto che il reparto maternità sarebbe stato chiuso e quei posti sostituiti da posti Rsa. La verità è che nel settore privato le nascite non convengono più a livello economico, e gli imprenditori fanno scelte di business, non guardano mai il lato sanitario od occupazionale, e questo ne è un chiaro esempio. Ci elogiano sempre per il nostro lavoro dicendo che siamo importanti. Poi per motivi economici sono sempre disposti a licenziarci".