Classifica sulla qualità della vita nei Municipi di Roma: vince il Centro, ultima è Roma Nord
La zona migliore in cui abitare a Roma è il centro storico, al secondo posto c'è Montesacro, mentre per ultimo il Municipio XV tra Cassia e Flaminia, che segue il XIV Monte Mario-Primavalle e XI Portuense-Magliana. La classifica è stata redatta da Cgil Roma e Lazio e Federconsumatori Lazio, che a partire da quest'anno svolgeranno per quelli a seguire un monitoraggio dei servizi pubblici erogati ai cittadini da Roma Capitale. "L'obiettivo – si legge – è mettere in correlazione il livello di qualità percepito dai cittadini, con lo stato di salute dell'organizzazione del lavoro nelle aziende che erogano i servizi, con lo scopo di promuovere un dibattito e migliorare entrambi gli aspetti". L'analisi è stata svolta tra il 9 e il 21 dicembre 2020 considerando un campione di 685 persone tra i 15 e i 90 anni. Non emergono differenze tra il giudizio delle donne e uomini, mentre i giovani risultano maggiormente critici pere servizi culturali, trasporti e verde pubblico rispetto agli adulti. Il risultato complessivamente evidenzia un livello dei servizi insufficiente, con una qualità della vita pessima.
I servizi giudicati sufficienti a Roma
Dalla classifica di Cgil e Federconsumatori emerge che per quanto riguarda offerta culturale, acqua pubblica, o, limitatamente a coloro che ne usufruiscono, asili nido, farmacie e servizi sociali, il livello di qualità percepito risulta essere sufficiente e in qualche caso più che sufficiente.
I romani bocciano trasporti e rifiuti
Per quanto riguarda i servizi giudicati pessimi a Roma in testa ci sono trasporto pubblico e rifiuti, nei confronti dei quali il giudizio è negativo o molto negativo per l'83 per cento delle persone facenti parte del campione considerato. La maggior parte tuttavia non sa dare un parere completo sui servizi cimiteriali. Mentre metro, autobus e tram sono dichiarati insufficienti da un cittadino su due, migliore il giudizio in merito al trasporto ferroviario, negativo per un cittadino su 3.