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Circondate di notte da 10 ragazzi: “Accerchiate e molestate, ci siamo sentite braccate come cervi”

“Abbiamo avuto paura, ma eravamo anche molto arrabbiate: loro erano 10, noi solo 4. Ci siamo sentite braccate”, hanno raccontato a Fanpage.it.
A cura di Beatrice Tominic
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"Ci siamo sedute in una panchina al parco e poi ci hanno circondato. Li abbiamo visti arrivare e abbiamo avuto paura, ma eravamo anche arrabbiate: vivere una situazione del genere è ingiusto". A raccontare a Fanpage.it quanto avvenuto qualche notte fa a Roma, in zona Eur, sono Elisa e Martina, due ragazze di 27 anni.

"Eravamo uscite per un sabato sera in compagnia, eravamo in quattro. Siamo andate a bere qualcosa in un locale della zona, non ricordiamo neanche quale fosse. Volevamo soltanto trascorrere una serata tranquilla, fra amiche, approfittando del fresco". Così, dopo la serata nel locale, hanno deciso di andare verso un parco nelle vicinanze di via delle Tre Fontane per continuare a chiacchierare. "È circondato da locali, era tarda notte, ma c'era ancora movimento. Poi, però, li abbiamo visti arrivare".

Le molestie al parco all'Eur: cosa è successo

Una bevuta fra amiche, poi le chiacchiere fuori dal locale. Sono entrate nel parco e hanno cercato una panchina su cui sedersi. "È stato in quel momento che li abbiamo notati. Noi eravamo in quattro, loro almeno una decina, o poco meno. Avevano forse qualche anno meno di noi, fra i 18 e i 25. Li abbiamo visti arrivare da lontano, schierati, che puntavano dritto alla nostra panchina – continuano a raccontare a Fanpage.it – Poco dopo ci hanno circondato".

Per prima cosa, il gruppo ha tentato un approccio. "Avevano due rose e hanno provato a regalarcele. Senza che nessuno gliele avesse chieste o dimostrasse voglia di interagire con loro, naturalmente – sottolineano – Così c'è stato un momento di silenzio imbarazzante fino a quando non si sono avvicinati e hanno provato a toccarci. Hanno messo una mano intorno al collo di una nostra amica, per avvicinarla".

La reazione delle ragazze: "Per noi è ingiusto"

È stato a quel punto che le ragazze hanno reagito. "Lei si è completamente immobilizzata, così abbiamo capito che dovevamo fare qualcosa. E abbiamo provato a mandarli via", ricordano. "Non volevamo avere contatti con loro, né interazioni di alcun tipo. Prima ci hanno innescato la paura e un senso di impotenza". Hanno detto loro di andare via: "Ci hanno risposto: Altrimenti che fate? Allora abbiamo iniziato a gridare. Abbiamo iniziato ad alzare la voce dicendo loro di andare via e lasciarci perdere – spiegano – E loro hanno iniziato ad abbaiare. Come insulto, come allusione". Così, oltre alla paura è scattata la rabbia.

"Che cazzo vi abbaiate? Abbiamo gridato verso di loro. Devono aver capito che non avevamo bevuto troppo, che stavamo bene e che eravamo lucide". E la metà del gruppo ha iniziato a desistere. "A poco a poco se ne sono andati, eravamo riusciti a mandarli via. Tranne uno. Si è parato davanti a noi, ha provato a rigirare la frittata. Mi ha chiesto, con fare provocatorio, perché stessi alzando la voce contro di lui, perché lo stessi trattando in quel modo. Poi un suo amico lo ha convinto ad andarsene".

La denuncia sui social: "Fate attenzione"

Non appena rimaste sole, sono riuscite a scaricare la tensione. "La paura non se ne era ancora andata, ma ci siamo sentite comunque più tranquille. Forse qualche tempo fa non saremmo riuscite a reagire, ci saremmo bloccate come la nostra amica. Fortunatamente, però, stavolta abbiamo avuto la prontezza di alzare la voce: c'era movimento, eravamo circondate da locali ancora aperti, con molte persone. Forse è anche questo che ci ha dato la forza", spiegano. Ma la rabbia è rimasta.

"Prima di andare via dal parco abbiamo visto un altro paio di ragazze che camminavano da sole. Abbiamo detto loro di stare attente. Dobbiamo fare rete contro chi ci vorrebbe sprovvedute e sole. Così poi abbiamo pensato di fare la stessa cosa sui social. Non ci siamo rivolte alle forze dell'ordine: certe volte è più importante far partire le segnalazioni dal basso e fare in modo che arrivino a più persone possibile affinché possano non abbassare la guardia, per questo abbiamo deciso di denunciare l'accaduto sui social. Noi ci siamo sentite come cervi braccate da un branco. Ma dovevano andarsene loro, perché sono stati loro ad invadere un nostro spazio".

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