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Cinghiali della tenuta di Castelporziano all’asta e uccisi: “Cucciolo 8 euro, adulto 110”

Il Quirinale ha messo all’asta i cinghiali catturati vivi nella tenuta di Castelporziano a Roma. Il prezzo di un cucciolo parte da 8 euro, mentre quello di un adulto va dai 110 euro in su: la loro fine è quella di essere macellati. Gli animalisti sono sul piede di guerra, Oipa ha chiesto al presidente Mattarella di intervenire.
A cura di Alessia Rabbai
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Il prezzo di un cucciolo parte da 8 euro, mentre quello di un adulto va dai 110 euro in su. I cinghiali della tenuta di Castelporziano sono finiti all'asta, ceduti come se fossero oggetti al miglior offerente. La destinazione è il piatto. Questa la decisione del Quirinale per gli esemplari catturati vivi che si trovano all'interno del perimetro della tenuta, una delle tre residenze del presidente della Repubblica Italiana alle porte di Roma. Il bando è aperto agli allevatori e chi si aggiudicherà la gara a partire dal primo agosto, per la durata di un anno, potrà trasportare i cinghiali catturati dalla tenuta ai propri stabilimenti, per poi ucciderli e destinare le loro carni al consumo alimentare. Ad essere messi all'asta sono esemplari adulti, subadulti e cuccioli, per i quali l’importo a base d’asta parte rispettivamente da 110, 60 e 8 euro ciscuno.

Animalisti sul piede di guerra

Appresa la notizia dell'asta gli animalisti sono insorti, ribadendo che l‘abbattimento dei cinghiali non è la soluzione, anzi, può rivelarsi controproducente al tentativo di contenerne il numero, perché stimolerebbe le femmine ad aumentare il numero delle cucciolate. "Chiediamo che il presidente Sergio Mattarella ponga fine a queste aste – ha detto la delegata dell’Oipa di RomaRita Corboli – Una gestione del genere è molto lontana dal recepire il Trattato di Lisbona del 2007, che tutela gli animali in quanto ‘esseri senzienti'. Gli esemplari “in sovrannumero” possono essere contenuti con adeguate campagne di sterilizzazione. Chiediamo alla Presidenza della Repubblica, come abbiamo chiesto alla Regione Lazio e agli enti di gestione delle riserve, che non si ricorra più a queste procedure e che si passi a una gestione etica della fauna poiché questa è di proprietà indisponibile dello Stato, cioè di tutti i cittadini, la stragrande maggioranza dei quali è contraria alla caccia e, immaginiamo, anche alla cattura di animali vivi e alla loro uccisione".

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