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Chiusura cinema e teatri, il vicesindaco Luca Bergamo: “Scelta incomprensibile, basta distinzioni”

Il vice sindaco di Roma Luca Bergamo chiede al Governo “una revisione delle decisioni”. Nell’intervista al Corriere della Sera ritiene inoltre che ci possa essere un’alternativa alla chiusura, basta lavorarci. E poi invita l’esecutivo a garantire “immediati ammortizzatori sociali per gli operatori culturali”. Infine sottolinea che cinema e teatri sono luoghi sicuri: secondo i dati dell’Ente dello spettacolo, dalla fine del lockdown a oggi c’ è stato 1 contagiato su 350 mila spettatori.
A cura di Alessandro Rosi
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Luca Bergamo, vice sindaco di Roma
Luca Bergamo, vice sindaco di Roma
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Sospesi cinema, teatri e tutte le attività culturali per almeno un mese. L'ultimo Dpcm mette in pausa la cultura. Ma il mondo dello spettacolo reagisce e anche la politica si accoda alla protesta. "Chiediamo una revisione delle decisioni", commenta Luca Bergamo in un'intervista al Corriere della Sera,. Per il vicesindaco di Roma "entrare in un cinema, in un teatro, in una sala da musica significa avere molte più garanzie di sicurezza rispetto ad altre situazioni quotidiane". Bergamo rimane consapevole dei rischi di potenziale contagio, ma non accetta le distinzioni. "Se si dovesse arrivare a un lockdown generalizzato tutto dovrà fermarsi", risponde nell'intervista, "ma nel momento in cui si operano distinzioni, alcune scelte appaiono incongrue e difficili da capire". E invita quindi il Governo a valutare meglio la situazione: "L’alternativa alla semplice chiusura di tutto lo spettacolo esiste: e noi assessori alla cultura siamo pronti a lavorarci". Per Bergamo "non c’è nulla di accessorio nell’offerta di cinema, teatri, sale da musica". Queste per l'assessore sono espressione di "un bisogno primario". E poi passa alle richieste per i lavoratori: "Finché perdura la chiusura, occorre garantire immediati ammortizzatori sociali per gli operatori culturali di ogni genere, in particolare verso i più fragili, per esempio quelli che sopravvivono con contratti occasionali". Una situazione del genere può essere anche un momento per programmare il futuro: "Qui a Roma", spiega Bergamo, "contiamo di riuscire a rivedere quei regolamenti che vietano di somministrare cibi e bevande nei cinema o nei teatri al di là degli orari di spettacolo. Nel futuro, potranno e dovranno diventare luoghi in cui vedere un film o una performance, mangiare magari anche a pranzo, comprare e leggere libri".

Veltroni: "Perché le messe sì e invece teatri e cinema no?"

Oltre al vicesindaco, anche Walter Veltroni mette il luce le differenze derivanti dall'ultimo Dpcm. "Mi chiedo ancora: è giusto autorizzare le messe e non i teatri e i cinema dove non c'è stato alcunché", ha commentato in diretta alla trasmissione ‘Che tempo che fa' di Fabio Fazio.

Attori: "Nei teatri e cinema finora 1 contagiato su 350mila spettatori"

Le misure prese dal Governo sono per frenare i contagi. Ma quanti sono stati finora i casi di coronavirus legati ai cinema e teatri? "C'è un documento dell'Ente dello spettacolo che racconta che su 350 mila spettatori, dalla fine del lockdown a oggi, c' è stato 1 contagiato", scrive su Repubblica l'attore Francesco Colella. "Ora i teatri saranno chiusi fino al 24 novembre, e già temiamo che questa data possa essere procrastinata. Ma i luoghi dell'arte hanno sempre rispettato le regole che tutti noi rispettiamo".

Conte risponde al direttore d'orchestra Riccardo Muti

Con una lettera pubblicata sul Corriere della Sera, il direttore d'orchestra Riccardo Muti si è scagliato contro le ultime misure prese dal Governo. "Chiudere le sale da concerto e i teatri è decisione grave. L’impoverimento della mente e dello spirito è pericoloso e nuoce anche alla salute del corpo". E allora il premier Giuseppe Conte ha risposto che la scelta è stata "particolarmente sofferta", ma anche necessaria perché adesso l'obiettivo è di evitare che l'ascesa della curva epidemiologica "possa compromettere l'efficienza del nostro sistema sanitario". E poi annuncia "un decreto-legge che consentirà di erogare agli operatori economici e ai lavoratori colpiti dalle nuove norme ristori immediati e misure di sostegno".

Franceschini: "Chi si lamenta non ha capito la gravità della crisi"

Anche il ministro della cultura, Franceschini, ha voluto chiarire la scelta del Governo. "Ho l'impressione che non si sia percepita la gravità della crisi", ha commentato in un videomessaggio, "Perché quando cinema e teatri sono stati chiusi a marzo non c'è stata quest'ondata di proteste? Forse non si è capito a che punto siamo". Come il premier, reputa la decisione necessaria e dovuta "all'esigenza di ridurre la mobilità delle persone".

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