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Chirurgo e docente della Sapienza tenta violentare paziente. Il giudice: “Non controlla istinti sessuali”

Il medico e professore associato è stato interdetto dalla professione medica: è accusato di violenza sessuale aggravata. Per il giudice: “Ha istinti e pulsioni sessuali che non è in grado di controllare né contenere”.
A cura di Redazione Roma
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È accusato di violenza sessuale su una paziente. Si tratta di un chirurgo, professore associato presso la Facoltà di Medicina dell'Università La Sapienza, e fino al 2015 chirurgo in attività presso il Policlinico Umberto I. Settant'anni, un curriculum chilometrico e alle spalle migliaia di interventi chirurgici molti dei quali hanno fatto letteratura scientifica. Ora il giudice lo ha sospeso dall'attività medica, dopo che ha tentato una violenza sessuale su una paziente presso l'ospedale Fiorini di Terracina, dove esercita e dove sono accolti gli studenti della Sapienza in provincia di Latina. L'uomo secondo quanto messo nero su bianco dal provvedimento nei suoi confronti, "ha istinti e pulsioni sessuali" che "non è in grado di controllare né contenere".

Secondo la denuncia presentata da una donna di quarant'anni, il chirurgo di fama, durante una visita ambulatoriale avrebbe molestato sessualmente una paziente. Saputo della denuncia il medico prima si è messo in ferie, poi ha deciso di andare in pensione. La vicenda è ricostruita oggi sulle pagine del quotidiano la Repubblica. La donna ha raccontato di come il medico prima l'ha fatta spogliare per la visita, poi dopo aver chiuso la porta a chiave avrebbe tentato un approccio sessuale dopo essersi parzialmente spogliato anche lui, palpeggiandola e tentando di baciarla. La paziente a quel punto reagisce e riesce ad allontanarsi. Nuovamente contattata dal professore, che la prega di tornare in ospedale così da poter chiarire tutto, decide di andare all'appuntamento ma, invece di ricevere delle scuse, subisce una nuova molestia sessuale. Ora il chirurgo, seppur in pensione, dovrà rispondere dell'accusa di violenza sessuale aggravate e non potrà esercitare la professione medica neanche privatamente.

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