Chiesto il giudizio immediato per il generale Liporace: favori in cambio di biglietti e borse di lusso
La procura di Milano ha chiesto il giudizio immediato per il generale dei carabinieri Oreste Liporace e per l'imprenditore Ennio De Vellis. Arrestati lo scorso 4 luglio, sono accusati a vario titolo di traffico di influenze illecite, emissione di fatture per operazioni inesistenti, corruzione e turbata libertà degli incanti. La richiesta di procedere al dibattimento senza udienza preliminare è stata presentata nei giorni scorsi dal pm Paolo Storari al gip Domenico Santoro, che dovrà decidere in merito.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il generale Liporace, che all'epoca dei fatti contestati il generale ricopriva la carica di comandante reggimento Allievi Marescialli e Brigadieri, avrebbe favorito due imprenditori in un appalto da 700mila euro che riguardava i servizi di pulizia della caserma di Velletri. Tutto questo in cambio di alcuni regali: dalle borse Louis Vuitton dal valore complessivo di 11mila euro ai biglietti per la Scala di Milano e per le partite di calcio allo stadio Olimpico di Roma, dai soldi (22mila euro mascherati come affitto per una foresteria) al noleggio di automobili con conducente.
I fatti sarebbero stati scoperti grazie all'analisi delle chat trovate sugli smartphone sequestrati nel 2022 ai due imprenditori che hanno ottenuto l'appalto.
Sospeso dall'Arma dei carabinieri, Oreste Liporace è nato a Belvedere Marittimo nel 1962 ed è stato nominato ufficiale dell'Arma dei Carabinieri nel 1986. Con una lunga carriera alle spalle, al momento dell'arresto il generale era direttore presso l'Istituto Alti Studi della Difesa, dopo essere stato comandante a Velletri fino al 2021. Classe 1962, Liporace ha tre lauree in Economia, Giurisprudenza e Scienza della Sicurezza.