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Chiede di non sporcare la strada: fermati i due uomini che lo hanno massacrato

Gli agenti della Polizia di Stato sono risaliti all’identità dei due uomini sospettati di aver massacrato di botte un trentenne sabato scorso in Largo Quistello a Roma, li hanno fermati e portati in carcere. Nei loro confronti si attende la convalida dell’arresto. Avrebbe chiesto loro di non sporcare la strada.
A cura di Alessia Rabbai
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I due uomini sospettati di aver massacrato di botte un trentenne venerdì scorso in Largo Quistello a Roma sono stati fermati e portati in carcere. Il ragazzo, conosciuto in zona perché da diverso tempo tiene pulite le strade raccimolando ogni giorno qualche spicciolo, avrebbe chiesto loro di non sporcare, mentre erano impegnati a rovistare nei cassonetti. Lo hanno aggredito facendolo finire al pronto soccorso dell'ospedale Sant'Andera in gravi condizioni e dove i medici lo hanno ricoverato con prognosi riservata. Così sono scattate le indagini, partite da alcuni elementi raccolti sul posto. A risalire alla loro identità a rintracciarli in breve tempo sono stati gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato Flaminio, diretto da Luca Cosimati. Ora nei loro confronti si attende la convalida dell'arresto.

Il ragazzo picchiato con un tubo di ferro e investito

Secondo quanto ricostruito in sede d'indagine i fatti sono avvenuti la mattina del 6 agosto tra Labaro e Prima Porta, nel quadrante Nord della Capitale. Il trentenne stava spazzando il marciapiede quando i due si sono avvicinati ai secchioni poco distanti a bordo di un furgone, hanno guardato dentro facendo cadere della spazzatura a terra per poi rubargli lo zaino. Il ragazzo ha chiesto che gli venisse restituito, ma ne è nata una lite. Uno dei due lo ha insultato per poi colpirlo ripetutamente con un tubo di ferro, mentre l'altro lo ha investito. I due aggressori sono poi fuggiti lasciandolo riverso a terra e scappando lungo via delle Galline Bianche. Una fuga che è durata poche ore: i poliziotti li hanno rintracciati e per loro si sono aperte le porte del carcere in attesa dell'udienza di convalida dell'arresto. La vittima dell'aggressione fortunatamente da quanto si apprende non è in pericolo di vita.

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