video suggerito
video suggerito

Chiara, molestata sulla metro a Roma: “Tremavo e piangevo, ma non mi lascerò intimidire”

Un uomo ha approfittato della folla in metropolitana per molestare due ragazze. “La cosa che aggiunge frustrazione è il senso di impotenza. L’impossibilità di fare nulla. Di non poter reagire, perché non sai chi hai davanti e chi ti sta intorno”.
A cura di Natascia Grbic
98 CONDIVISIONI
Immagine

"Sono salita sulla metro B a Piramide in direzione Rebibbia. La metro era molto affollata. Ero rimasta nelle vicinanze dell'uscita, un po' perché muoversi oltre non sembrava fattibile, un po' perché avrei dovuto fare solo quattro fermate". Inizia così il racconto di una ragazza molestata sulla linea B della metropolitana di Roma. Chiara (nome di fantasia, ndr), dopo aver provato a fermare il suo aggressore e aiutato una ragazza che stava per essere molestata a sua volta, ha denunciato sui social l'accaduto. Tantissimi i messaggi di solidarietà, ma altrettanti quelli che hanno cercato di colpevolizzarla e le hanno puntato il dito contro, empatizzando con il molestatore e non con lei. Un atteggiamento che deve interrogare sul livello raggiunto dalla cultura dello stupro in Italia.

"Nell'impossibilità di muoversi agevolmente e con le tante persone intorno – racconta Chiara – mi stavo tenendo con la mano destra sul palo centrale al centro del vagone, davanti alle porte, tenendo la mano in basso, mentre con la sinistra controllavo alcune cose di lavoro sul telefono. Dopo una fermata inizio a sentire una pressione sulla mano. Lì per lì penso che siamo veramente appiccicati. Abbasso lo sguardo e un tizio di mezza età, con la tuta grigia e gli occhiali da sole neri, scurissimi, sta strusciando il suo pene visibilmente eretto sulla mia mano".

Non appena Chiara si gira a guardarlo, l'uomo mette la mano in tasca, cominciando a masturbarsi. Vicino a un'altra ragazza, che in un primo momento non si rende conto dell'accaduto. Capendo la situazione, l'autrice del post ha avvertito subito la giovane, facendola spostare. "La sfioro, le faccio cenno di avvicinarsi a me, di allontanarsi dal tizio. Capisce subito cosa sta succedendo. Raggiungiamo Termini. Il tizio si mischia nella folla ma scende a sua volta ed inizia a seguirci a breve distanza".

Cercando di mettere distanza tra loro e l'aggressore, le due giovani si sono avvicinate a tre agenti dell'Interpol, indicando l'uomo che le seguiva. Rassicurandole del fatto che non sarebbero state seguite, hanno cercato di raggiungere l'uomo, che nel frattempo stava cercando di dileguarsi tra la folla per far perdere le sue tracce.

Non sappiamo se poi l'uomo è stato fermato: le due giovani molestate però, sono riuscite a prendere il treno successivo, facendosi forza e condividendo il viaggio di ritorno. Alla fine Chiara è andata in palestra, dove era diretta, decidendo di non farsi intimidire da quanto accaduto. "La cosa che aggiunge frustrazione è il senso di impotenza – spiega Chiara – L'impossibilità di fare nulla. Di non poter reagire, perché non sai chi hai davanti e chi ti sta intorno. L'incertezza di ricevere supporto, aiuto. Il timore che verrai guardata tu come una pazza isterica". E conclude: "A tutte voi, che leggete e sapete che vuol dire: Protect your sisters".

98 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views